Nuove attenzioni portano nuove conoscenze
Arte
Via Gorizia 122, Pistoia, Pistoia, 51100, Italia
27/09/2025 - 15/11/2025
ME Vannucci presenta Nuove attenzioni portano nuove conoscenze, una riflessione sulla pittura e le relazioni attraverso le opere degli artisti Lorenzo Banci, Paolo Fabiani e Roberto Orlando.
Negli ultimi due anni la galleria ME Vannucci si è concessa il tempo di tornare a guardare alla pittura. È stato un periodo di ascolto e osservazione, attraversato da dubbi, domande, deviazioni. La pittura ha sempre fatto parte della storia della galleria, in particolare nella programmazione di Ermanno Vannucci ed Enrico: un linguaggio familiare, quasi una casa. Eppure, negli ultimi anni, la programmazione della galleria sembrava essersi in parte allontanata dalla pittura. Che senso ha oggi la pittura? Cosa può ancora dire? È ancora un linguaggio in sintonia con la galleria? Sono questi gli interrogativi che hanno portato alla concezione di Nuove attenzioni portano nuove conoscenze.
Nella propria ricerca la galleria Vannucci non ha mai cercato una forma, uno stile o una tendenza, ha cercato piuttosto delle persone, artisti capaci di costruire un mondo, di proporre uno sguardo sulla realtà che non sia assoluto, ma autentico. Incontrare un artista significa entrare in contatto con una diversa sensibilità, vedere l’oggi da prospettive inaspettate, scoprire narrazioni laterali che, pur sembrando distanti, parlano da vicino. Quando questo accade davvero, l’incontro non resta confinato all’ambito professionale: si trasforma in relazione, affinità, a volte in amicizia. Si condivide una visione del mondo e anche un modo di abitarlo. In questo senso, la pratica artistica non è solo un risultato visivo, ma un tramite: un dispositivo relazionale, qualcosa che mette in connessione. Perché solo con uno sguardo aperto, curioso, le cose davvero importanti riescono a emergere.
“Fare galleria, oggi per noi – afferma Massimiliano Vannucci – significa offrire a chi passa da qui un luogo in cui lo sguardo possa muoversi liberamente, trovare ciò che prima era invisibile, cambiare idea. Questa mostra, allora, non è semplicemente un progetto sulla pittura, è un momento di passaggio, un piccolo manifesto del nostro modo di lavorare oggi che in questo caso, cosa inconsueta per noi, utilizza il medium della pittura. Non parte da un concetto da dimostrare, ma da un’attenzione da coltivare. Un’attenzione che chiede tempo, relazione, vicinanza. E che, quando è vera, genera conoscenza.”
Il percorso espositivo attraversa generazioni e approcci, con particolare attenzione ai processi mentali e alle logiche interne che generano l’opera. Lorenzo Banci, Paolo Fabiani, e Roberto Orlando condividono, pur nella varietà dei linguaggi, una profonda conoscenza dei materiali, una solida competenza pittorica e una continua apertura alla sperimentazione.
Lorenzo Banci costruisce i suoi lavori attraverso stratificazioni successive di mescolanze, da cui emerge una luce sospesa nel tempo, quasi irreale. Tutta la pittura manifesta una ricerca di interiorità degli spazi e essenzialmente della creazione della luce come evento fisico e mentale. In questa occasione, la sua pittura entra in dialogo con gli spazi industriali della galleria, restituendo una nuova percezione del luogo e della luce che lo attraversa.
Paolo Fabiani lavora sul colore attraverso l’uso del soffio come gesto primario di creazione o di campiture stese in modo imprevedibile, dando forma a una pittura libera e pienamente consapevole. Ne è esempio il potente quadrittico in mostra, Cosa mi hai portato a fare a Posillipo se non mi vuoi più bene, in cui percepisce perfettamente la sua libertà di lettura del mondo interiore attraverso un uso orizzontale della materia sia essa pittorica o scultorea.
I dipinti di Roberto Orlando esplorano il corpo vegetale come spazio simbolico, immaginando realtà alternative e ucronie. Come spiega l'artista, "tra i mestieri più antichi, l'estrazione della manna (ri)esiste ancora in certe terre lontane. In questa relazione interspecie tra Uomo e Albero, emergono misteriose ucronie – un'ipotesi di realtà simbiotica che rivela urgenti bisogni sociali". La sua pittura si intreccia con un sapere tecnico e scientifico sui pigmenti e le resine, spesso da lui estratti direttamente dalla pianta: una pratica che affonda le radici in una conoscenza profonda della materia e della sua potenzialità narrativa.