Giacinto Cerone – Marino Ficola – Carciofi, Verze, Rose e Bucchero Etrusco

Arte

Hotel Reale, Piazza del Popolo, 27, Orvieto, TR, 05018, Italia
15/11/2025 - 20/12/2025

Dopo Todi e Terni, il viaggio di “Carciofi, Verze, Rose e Bucchero Etrusco” approda a Orvieto, terza
tappa del progetto itinerante ideato, curato e prodotto da Matteo Boetti per il Project Studio CollAge –
Collection Storage di Todi. Una mostra che si insinua nel rapporto tra Giacinto Cerone e Marino
Ficola, due artisti solo in apparenza lontani, ma legati dalla stessa necessità di plasmare la materia in
maniera poetica e, in un certo senso onirico-trascendentale.
Il titolo, audacemente "dipinto" dal curatore Matteo Boetti ci proietta in un universo fatto sì di materia,
ma nello stesso tempo, in grado di trascinare il visitatore attraverso una sorta di metamorfosi inetriore.
Dalle forme organiche di Cerone, dense e pulsanti, ai vuoti calibrati e sospesi di Ficola, come scrive il
curatore, «l’intento è quello di accostare due artisti formalmente distanti, ma uniti da una stessa
urgenza: il dramma del vivere e del morire, la tensione della creatività che espone, ferisce e redime».
Se a Terni dominava la pienezza plastica di Cerone, a Orvieto il baricentro si sposterá su Marino
Ficola, con le sue "architetture" di terracotta; cellule, nodi, forme collegate da fili di ferro che evocano
un fragile equilibrio tra costruzione e dissolvenza.
Cerone, importante figura di sostegno, si accosta come presenza evocata; come ombra generativa di
una singolar tenzone che non si risolve ma si rinnova.
Il dialogo tra pieno e vuoto, materia e assenza, trova una risonanza perfetta nella location scelta per
questo terzo appuntamento che si svolgerà in una delle sale al piano terra del maestoso Hotel Reale di
Orvieto. L’ambiente nobiliare di fine Ottocento accoglierà le opere con solennità, valorizzando la loro
dimensione sacra e terrena.
Luogo iconico ma raramente accessibile al pubblico, l’Hotel Reale rappresenta di per sé un’occasione
unica di visita. Dimora prediletta di Umberto I di Savoia e di Gioachino Rossini, che amava esibirsi in
questi spazi, ha ospitato, in tempi più recenti anche Marcello Mastroianni e Pier Paolo Pasolini.
In mostra, ceramiche smaltate e buccheri etruschi sembrano respirare in equilibrio continuo tra forza
del gesto e fragilità della forma.
Perciò una doppia personale dialogante con tutte le generazioni servendosi della materia e il suo
destino interpretativo.
Dunque, non resta che afferrare le due rare possibilità di immersione là dove l’arte, non solo si espone, ma abita.

Alessandro Todini