WUNDERHACKER Scuola di Restanza e Futuro con Filippo Gonnella e Luca Seguenza

Arte, Arti Performative, Fotografia

Via Dei Credenzieri snc, Palermo, PA, 90133, Italia
29/11/2025

WunderHacker è la restituzione pubblica di un laboratorio che ha coinvolto la classe della Scuola di Restanza e Futuro, guidata da Filippo Gonnella e Luca Seguenza, e prende forma come un ambiente immersivo in continua trasformazione. Al centro della ricerca c’è l’idea di un villaggio glitchato: un luogo che non esiste ancora, ma che si manifesta come organismo vivo, in crescita, stanza dopo stanza. È un paesaggio instabile, sensibile, poroso, costruito a partire da immaginari, desideri e vulnerabilità raccolti e trasformati dalle persone partecipanti.

Il villaggio è composto da habitat—creature, spazi che respirano, si contraggono, esplodono e si ricompongono. Le pareti si comportano come membrane, i pavimenti scorrono come superfici liquide, attraversate da correnti che rendono visibile un metabolismo condiviso. Non si tratta di un’installazione da osservare da fuori, ma di un ambiente da attraversare con attenzione, disponibilità e ascolto. La relazione tra chi entra e gli spazi che incontra è parte integrante dell’opera: ogni stanza presenta logiche proprie, piccoli rituali, necessità che emergono solo nel momento in cui qualcuno le abita.

L’esperienza invita dunque a mettere in discussione il modo in cui ci muoviamo negli spazi, come li abitiamo e come questi, a loro volta, agiscono su di noi. A Église sarà possibile esplorare una cartografia di destinazioni im/possibili: stanze hackerate, paesaggi che chiedono cura come un Tamagotchi, luoghi che esistono solo attraverso l’attenzione e la presenza di chi li attraversa. È un villaggio s/composto, dove l’ospitalità non coincide con il comfort, ma con l’interrogazione.

WunderHacker pone domande sulla reciprocità tra corpo e ambiente: cosa succede quando uno spazio non si lascia semplicemente consumare, ma chiede qualcosa in cambio? Quando ciò che attraversiamo ci osserva, risponde, cambia in relazione al nostro passaggio?

L’invito è a entrare, muoversi lentamente, lasciarsi sorprendere e accettare di far parte di un ecosistema performativo che vive grazie alle presenze che lo abitano, anche solo per un istante.