Loretta Cappanera – Mediterraneo senza confini

Arte

Biblioteca Civica Via Treviso 2 , Lignano Sabbiadoro, Udine, 33054, Italia
31/05/2019 - 19/06/2019

Per Loretta Cappanera
La pelle segnata del mondo.

Un progetto nuovo e articolato per un rinnovato contenitore del sapere: la biblioteca di Lignano, come indica Loretta Cappanera: biblioteca, memoria dei segni, dell'esistenza.

In mostra: una quadreria come mare 'Mediterraneo senza confini' così auspica il titolo della mostra, le sue 'Korai' sono un'evocazione e uno sguardo dalla culla della civiltà occidentale dalla quale siamo venuti e dalla quale Loretta Cappanera si è lasciata ispirare: la Grecia.
Una 'Mappa' misteriosa un po' terra, un po' mare, un po' “quel che resta”. Ma ecco un approdo non facile e certo, 'Un molo d'inciampo' formato da sette opere con fiori di cardo di ruggine rilasciata su tessuti apparentemente fragili, una stratificazione di trasparenti garze disegnate con filo a mano di cui due sono tinte per immaginare il blu più profondo.
Un libro di 'Passaggi' umani con grafiche, xilografia e testo su carta nautica.
Due grafiche “Mediterraneo senza confini” con carborundum e anfore su carta nautica realizzate dal grande sperimentatore Albicocco nella storica stamperia d'arte di Udine.
Due tondi di cielo notturno con tracciati di filo bianco ci guidano per non perderci.

Loretta Cappanera ha bucato con l'ago il tessuto, più volte lo ha fatto entrare nella superficie nascosta, nella profondità, per riemergere subito dopo aver lasciato il segno anche dall'altra parte, così il nascosto, il retro diventa il positivo ma anche il negativo, il costruito senza guardare, la mano ha disegnato infiniti mandala su variazioni e variazioni di bianco.
Un mondo lindo, del fare sapiente, che si lascia contaminare dai rilasci di ruggine controllati dalla lunga esperienza di sperimentazione tecnica e tempo lento. Loretta Cappanera sempre si lascia sorprendere dal nuovo risultato, dalla scoperta alchemica che è insita negli artisti che si confrontano con la materia di sempre, anche quella del nostro tempo così alterata e ibridata.
Il tessuto come una pelle, i ritmi di filo brulicano in una miriade di segni o si compongono in geometrizzazioni che ridefiniscono lo spazio e riempiono le campiture, diventando tutt'uno col gesto, formando una sorta di tatuaggio bianco sui tessuti cuciti, lasciati liberi senza telaio, quasi senza confini. Il confine è il mondo che li accoglie.

Maria Rosa Pividori
Melzo 12.5.2019