Ganga Ma
Arte, Fotografia
Via Vincenzo Monti 12, Milano, MI, 20123, Italia
25/09/2019 - 15/11/2019
PODBIELSKI CONTEMPORARY PRESENTA LA MOSTRA PERSONALE GANGA MA DI GIULIO DI STURCO, DAL 25 SETTEMBRE AL 15 NOVEMBRE 2019, NEGLI SPAZI DELLA GALLERIA.
Opening | 24 settembre h 18 - 21
“Se Ganga vive, vive anche l’India. Se Ganga muore, muore anche l’India.”
Vandana Shiva, scrittrice e ambientalista indiana (estratto dal saggio che accompagna la monografia)
“In contrasto con l’assalto sensoriale tipico della miriade di immagini esotizzanti utilizzate per ‘vendere’ l’India – mercati brulicanti di persone con il loro caleidoscopio di colori, folle accalcate sulle rive del fiume – Di Sturco offre una prospettiva fondata su un’atmosfera pacata, in cui le emozioni vengono contenute. I paesaggi sono aridi, desolati, insolitamente spopolati, una sensazione accresciuta dall’uso di composizioni di sorprendente semplicità e di colori desaturati. Di tanto in tanto, alcuni manufatti umani compaiono a costellare armonie tonali altrimenti delicate: un sari rosso mosso dal vento, una rete da pesca color blu acceso, un sandalo di plastica sul suolo polveroso.”
Eimear Martin, curatrice (estratto dal saggio che accompagna la monografia)
Dal 25 settembre al 15 novembre 2019, gli spazi della galleria Podbielski Contemporary presentano la mostra personale di Giulio di Sturco, Ganga Ma [Madre Gange], risultato di una ricerca fotografica decennale sul fiume Gange che documenta gli effetti devastanti dell’inquinamento, dell’industrializzazione e dei cambiamenti climatici.
Il progetto segue il fiume per oltre 2.500 miglia, dalla sua sorgente nel ghiacciaio del Gangotri, situato nella catena dell’Himalaya, fino alla foce nel Golfo del Bengala, in Bangladesh.
Il soggetto principale di questa ricerca è un'entità inanimata: un fiume. Di Sturco ha deciso di considerarlo come se fosse un essere umano e quindi di fotografarlo come se stesse documentando la vita di una persona. È stato quindi significativo che nel 2017 l'Alta corte di giustizia dello stato indiano dell’Uttarakhand abbia riconosciuto al Gange e al suo principale affluente, lo Yamuna, lo status di entità umane. La legge è stata rifiutata dalla Corte suprema, che l’ha dichiarata inaccettabile dal punto di vista giuridico, ma costituisce comunque una pietra miliare nella ridefinizione della relazione tra entità umane e non umane.
Nel documentare la vita lungo il fiume, Di Sturco è stato testimone degli effetti devastanti dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e dell’urbanizzazione. Il Gange è un esempio emblematico della contraddizione irrisolta tra uomo e ambiente, poiché è un fiume intimamente connesso con ogni aspetto – fisico e spirituale - della vita indiana. Tutt’oggi costituisce una fonte di sussistenza per milioni di persone che vivono lungo le sue rive, fornendo cibo a oltre un terzo della popolazione indiana. Il suo ecosistema include una vasta eterogeneità di specie animali e vegetali, che stanno però scomparendo a causa dei rifiuti tossici smaltiti ogni giorno nelle sue acque. È chiaro che il fiume sia sull'orlo di una crisi umanitaria e di un disastro ecologico.
Le fotografie di Ganga Ma spaziano dalla banalità del quotidiano a una condizione quasi surreale. Quasi a evidenziare l’infermità causata dall’uomo al corpo del fiume, Di Sturco ha adottato una strategia estetica singolare, presentando immagini che a una prima occhiata appaiono piacevoli e poetiche, ma che poi rivelano la loro vera natura. In una delle immagini più straordinariamente surreali di questa raccolta, un operaio cerca di disperdere una montagna di schiuma chimica con un debole getto d’acqua, una fatica di Sisifo che ci appare subito destinata al fallimento.
Ganga Ma ha ricevuto il Getty Grant 2014 ed è stato premiato nella categoria “Climate” del PhotogrVphy Grant 2018. È stato esposto alla Somerset House di Londra tra i progetti finalisti dei Sony World Photography Awards 2015 e dei LensCulture Exposure Awards 2018. Podbielski Contemporary gli ha inoltre dedicato uno stand monografico durante Photo London 2019.
Una monografia di questo lavoro è stata pubblicata dalla casa editrice londinese GOST Books a giugno 2019. Il volume include due saggi della scrittrice e ambientalista Vandana Shiva e della curatrice Eimear Martin.
La mostra personale negli spazi di Podbielski Contemporary vedrà l’esposizione di oltre venti stampe di medio e grande formato di alcuni degli scatti più emblematici di questo progetto decennale.
Ingresso libero: dal martedì al venerdì | h 14.30 – 19
Sabato su appuntamento
Giulio di Sturco
Giulio Di Sturco (1979, Roccasecca - FR) vive e lavora tra Londra e Parigi. Ha studiato presso l'Istituto Europeo di Design e Arti Visive di Roma prima di trasferirsi in Canada e poi in India, dove ha trascorso cinque anni a perfezionare il suo vocabolario visivo. La sua ricerca e pratica artistica si concentra principalmente sulla società del futuro, alla luce dei cambiamenti ambientali e dell’evoluzione tecnologica in atto. Di Sturco collabora con numerose testate internazionali tra cui Financial Times, Vanity Fair, National Geographic, Wired e The New York Times. Tra i suoi riconoscimenti ricordiamo tre premi World Press Photo, i Sony Photography Awards, i British Journal of Photography International Awards e due Getty Grant. Il suo progetto Aerotropolis è stato tra i finalisti dell’Aesthetica Prize ed è stato nominato per il Prix Pictet 2019. Le sue opere sono state esposte in festival e gallerie di tutto il mondo e sono state acquisite da collezioni private. A giugno 2019 è uscita la sua prima monografia, Ganga Ma (GOST Books).