GEOMETRIE VARIABILI Tufano Giannino

Arte, Arti Performative

Viale San Pedrino 4, Varese, VA, 21100, Italia
01/03/2020 - 12/04/2020

GEOMETRIE VARIABILI
GIANNINO TUFANO

1 marzo - 12 aprile 2020 su appuntamento al 3358051151
Opening domenica 1 marzo ore 18 viale San Pedrino 4, Varese

“Se mi domandi dove sono? sono nello spazio. Se mi cerchi cercami nel cosmo. Lo spazio della galleria come spazio cosmico dove una linea colorata va a costruire forme geometriche variabili. Tutte le forme (di vita) si modellano a piacimento del cosmo nel caos. Credo che Bruno sarebbe d’accordo”.

Giannino Tufano
“Fuoco e ceneri” performance accompagnata al pianoforte da Sylvano Bussotti, Cavriago(RE), 1989; “Nuovo inceneritore”, Milano Poesia, 1990; “Tufanostudio25”, via Vigevano 25, Milano, 1990; Progetto collettivo “WORK IN PROGRESS”, 1990-2020 (“Gli arti naturali di Tufano”, 7 preludi 1993-97, “Il mio contributo all’evoluzione della specie”, 1997,“Il mio contributo alla conservazione della specie”,1998, “Creare lasciando creare”, 2005, “TufanoResidency”, Pantelleria/Milano, “3x3=9 Che fare?”, centenario della Rivoluzione d’Ottobre, 2017); “Fuoco e ceneri”, performance, “Autoritratto”, Biennale di Venezia, 1990; “Il nuovo inceneritore-coprifuoco Studioventicinque” Spazio Ansaldo, Milano poesia, 1990; Installazione e realizzazione dì “Mare Cotto” su invito di ROSANNA CHIESSI, villa Malaparte, Capri, 1993; Installazione in pietra Pantellerite e Tufo “La Lanterna” , Orto botanico Roma, 2015; Workshop/mostra “Tufano Residency. L’inutilità dell’utile”, in collaborazione con il Museo Riso, Cappella dell’Incoronazione, Palermo, 2015; “Per il nolano una mostra di Tufano”performance in occasione del 1° festival Bruniano, Chiesa sconsacrata SS. Apostoli , 2014; “Commiserazione dopo il fuoco”, Montagna Grande(Pantelleria), 2016; “Geometrie variabili. 7 variazioni sul tema piramide”, Tufanostudio, 2018.
www.tufanostudio.wordpress.com

Un dialogo bislacco con capricciose invenzioni
AA
Dove sei? Sono qui! Dove?
In una sala totalmente buia della Tate Modern, i lampi di una luce stroboscopica immobilizzano un getto d'acqua, in una sequenza di forme che ricordano i “trionfi” di ghiaccio scolpiti per destare meraviglia alle feste di corte cinquecentesche e seicentesche. Come le monumentali sculture di zucchero, collocate al centro della tavola imbandita, anche quelle di ghiaccio erano opere effimere, talvolta disegnate da artisti come Gian Lorenzo Bernini e Pietro da Cortona. Nella sala della Tate, l’opera Big Bang Fountain di Olafur Eliasson desta meraviglia allo stesso modo. Eliasson scolpisce per un pubblico stupefatto con dei lampi che ricordano quelli dei flash fotografici o della luce che lampeggia da un fotogramma all’altro in una proiezione cinematografica.
Dove sei? Sono qui! Dove?
Il ghiaccio si squaglia, un codice visivo transita verso un altro codice. Il trasferimento da un medium all’altro rende instabile l’immagine, portandola in regioni del vedere e del pensare complesse e sottili, forse addirittura infrasottili.
Giannino, dove sei? Sono qui! Dove?
È possibile scolpire con la luce fotografica e cinematografica? Giannino ci prova col disegno, e - sorpresa - nel far questo si riscopre più accademico che mai.
Nelle Vite, Giorgio Vasari assegna al disegno la paternità delle tre arti maggiori, esponendo una teoria della scultura come rilievo che giunge indenne al secolo diciannovesimo:
“E perchè alcuni scultori tal volta non hanno molta pratica nelle linee, e ne dintorni, onde non possono disegnare in carta; eglino in quel cambio con bella proporzione, et misura, facendo con terra, o cera huomini, animali e altre cose di rilievo, fanno il medesimo, che fa colui il quale perfettamente disegna in carta, o in su altri piani”.
È un’idea che si formalizza con la nascita dell’Accademia delle Arti del Disegno in rapporto alla sistematizzazione della pratica della scultura in una teoria per il suo insegnamento. Il problema della forma di Adolf von Hildebrand costituisce la summa e la vulgata di questa concezione della scultura, secondo la quale anche il tondo rilievo, o tutto tondo, si risolve in una impressione di superficie. Questo riferimento ad un’origine grafica della scultura, pur se messo in discussione da altri studi, ricorre nella trattatistica che accompagna la curiosità degli estimatori e al tempo stesso fornisce una teoria per il suo insegnamento. Per farla breve, si può far scultura anche disegnando linee nell’aria, come fa Giannino.
Gino De Dominicis tentava di disegnare dei quadrati nell’acqua. Ha fatto anche qualche tentativo di volo. Non è facile disegnare quadrati nell’acqua e piramidi nell’aria.
Dove sei, Giannino?
GT
Se mi domandi dove sono? sono nello spazio.
Se mi cerchi cercami nel cosmo.
Lo spazio della galleria come spazio cosmico dove una linea colorata va a costruire forme geometriche variabili. Tutte le forme (di vita) si modellano a piacimento del cosmo nel caos.
Credo che Bruno sarebbe d’accordo.
AA
Ah! Giordano Bruno: i mondi infiniti, i sistemi di memoria artificiale e i diagrammi. Ecco cosa mi era sfuggito guardando i tuoi sketch grafici: il loro aspetto diagrammatico.
Che cos’è un diagramma? Non è un’immagine e neppure un testo, spiega Narciso Silvestrini. Silvestrini riscopre nella geometria il sensibile che trapassa nell’astrazione del concetto, mettendo a punto con i suoi diagrammi un interessante metodo di analisi utile per comprendere diversi fenomeni: politici, sociali, artistici. I suoi diagrammi potrebbero infatti essere uno strumento di ricerca in grado di riempire il vuoto lasciato dal crollo dei grandi sistemi di analisi (storici, filosofici, semiologici, psicanalitici, etc.).
Chissà se i tuoi disegni nell’aria, con il loro aspetto transitorio (sia nel senso dell’effimero che del passaggio da un codice visivo all’altro) non suggeriscano anche la potenzialità di un nuovo tipo di scrittura (dia-attraverso / gramma - scrittura) per mezzo della quale fare scultura. Il termine “scultura” conserva nel suo etimo la radice di “scrivere” (scrivere, incidere e scolpire hanno la stessa radice etimologica). E così torniamo al punto di partenza: alla scultura che si squaglia passando da uno stato solido a uno liquido.
Dove sei? Sono qui! Dove?
GT
A Pantelleria.
AA
A Pantelleria per scolpire la roccia dell’isola e al tempo stesso per sfumare la pratica della scultura in un’esperienza di vita? Quello che organizzi sull’isola in fondo è ancora quello che avevi inaugurato con TUFANOSTUDIO25, un luogo di scambio e condivisione dove Luciano Inga Pin (noto per aver presentato per la prima volta in Italia Marina Abramović, Gina Pane, Urs Lüthi, Günter Brus, Franko B) trovò rifugio nel corso degli ultimi giorni della sua vita.
Dove si è svolto il suo funerale?
GT
Si è svolto presso la chiesa di San Michele Arcangelo e Santa Rita in piazzale Gabriele Rosa, a spese del comune di Milano. A porgergli l’ultimo saluto saremmo stati solo una dozzina di persone.
AA
A spese del comune? Una dozzina di persone? Tutto qui? Alla fine è ben poco quello che conta. A ricordarlo è ancora una volta la scultura con lapidi, rilievi e sculture a tuttotondo. Anche con “pietre memorabili”.
Nella sua Storia della scultura, Leopoldo Cicognara porta l'attenzione sull'aspetto “memorabile” della scultura: “Alcuni tra i segni che furono adoperati per affidare la conservazione e trasmettere alla posterità le cose memorabili furono le pietre nude di scultura”. Cicognara si riferisce alla “pietre memorabili”, quella sulla quale Giacobbe posò il suo capo durante la visione ricevuta in sogno; le dodici pietre che Giosuè tolse dal letto del Giordano e pose a memoria del passaggio del fiume; quella sulla quale Apollo aveva posato la sua lira per aiutare Teseo a costruire le mura di Atene, pietra con valore monumentale la cui ubicazione era nota fino al tempo di Pausania. Queste pietre non raffigurano nulla, sono segni mnemotecnici il cui senso non può essere decifrato senza il concorso di quello che conosciamo e pensiamo, senza la lettura del Vecchio Testamento e dei classici. Scultura, scrittura, lettura e interpretazione trovano qui, nella concezione monumentale e quindi mnemotecnica della scultura, un punto d'incontro. Riemerge così, in una luce nuova, la concezione del monumento che è stata per lungo tempo oggetto di incuria critica. I solidi che “scolpisci” disegnando nell’aria, affini nel loro aspetto ai sistemi grafici di memoria artificiale disegnati da Giordano Bruno, arso vivo con la lingua serrata da una morsa perché non possa parlare, sono monumentali solo per la loro dimensione?
Giannino, dove sei?
GT
Sono a Pantelleria, che è ancora tutta da farsi. Qui il vento è uno scultore che continua a modellare l’isola e le persone.
Aurelio Andrighetto

www.risseart.jimdo.com

R + S / AK, viale San Pedrino 4, 21100 Varese
Deposito temporaneo di opere, forme, idee, riflessioni, pensieri, incontri, cose per l’arte contemporanea, questo luogo collettivo di sensibilità e movimenti, in un linguaggio mainstream si chiamerebbe anche “piattaforma”. Ma non si trova sul mare. Per ora.

domenica 1 marzo 2020:
Riss(e): GEOMETRIE VARIABILI. GIANNINO TUFANO
Surplace: ALESSIO LA ROCCHI, ROBERTO REMI
Anonimakunsthalle: GAIA DE MEGNI

Il direttore di Anonimakunsthalle per il 2020 è CLARA SCOLA