Il segno e la materia
Arte
Via Cairoli, 1, Vigevano, Pv, 27029, Italia
13/11/2021 - 28/11/2021
Alessandro Docci impiega il Segno grafico disseminando la tela con tracce misteriose ed enigmatiche. Segni
e forme di forte impatto estetico che sembrano appartenere ad un codice misterioso, sorvolano sfondi che
rimandano alla concretezza delle planimetrie urbane, ad una fenomenologia quindi ben riconoscibile. L’opera
di Docci articolandosi su livelli cognitivi e spaziali resi intenzionalmente disarmonici dal continuo alternarsi di
occultamenti e disvelamenti, pone lo spettatore in una dimensione incantata, sfalsando la concretezza del reale
attraverso la dissonanza tra allusione e tangibilità. Le composizioni dell’artista sembrano dotate di un’intima
energia che le anima e che consente loro di vibrare, luci e colori acquistano un valore profondo producendo
nell’osservatore una risonanza interiore.
La linfa vitale che percorre le opere di Alessandro Docci è il colore, una linfa che scorre, pervade e commuove,
innescando un circolo infinito di sospensione tra il sensibile e l’intelligibile. Sembra impossibile sottrarsi alla
seduzione di questa armonia, visiva e spirituale, creata da un artista che riesce a condurci ai confini dell’estasi.
Antonio Cuoccio pone la centralità della sua creatività sull’espressività della Materia. Nelle sue opere, la relazione
e il confronto tra concretezza dei materiali e sensibilità pittorica, forma il riferimento iconico e spirituale della sua
poetica. Il suo codice distintivo, fondato sulla valorizzazione dei materiali e sulla razionalità della rappresentazione,
è sempre riscontrabile nelle sue opere anche quando queste vengono a incrementarsi di elementi connotativi
complessi. La sicurezza con la quale Cuoccio gestisce modalità espressive così diverse è mutuata dall’esperienza
acquisita nella sua attività parallela di antiquario e restauratore, che lo induce a dover conciliare problemi tecnici
ed esigenze estetiche. Convinto che la piena fruizione dell’arte sorga, oltre che dalle contingenze culturali anche
da coinvolgimenti reali, Antonio Cuoccio chiama in causa l’osservatore consentendogli di scomporre e ricomporre
alcune sue opere. Nelle sue opere più recenti l’artista coglie le scottanti istanze sociali in atto e comunica il proprio
disagio servendosi di materiali di scarto e rifiuti, giungendo quindi ad un linguaggio più narrativo e descrittivo