Mostra ANTONIO LIGABUE Il realismo della scultura
Arte
Museo Tattile Statale Omero, Mole Vanvitelliana Banchina Giovanni da Chio 28, Ancona, An, 60121, Italia
07/04/2018 - 24/06/2018
L’esposizione, che inaugura il 7 aprile alle ore 17.30, è curata da Antonello Rubini e promossa e organizzata dal Museo Tattile Statale Omero.
I trentuno bronzi in mostra - affiancati da tre dipinti in rappresentanza della sua, più nota oltre che molto più ricca numericamente, produzione pittorica - sono quasi tutti a soggetto animale, per una sua predilezione, e coprono un arco cronologico che va dal 1936 al 1958: “In pittura e in scultura egli rappresenta gli stessi animali: leoni, tigri, iene, leopardi, lupi, cinghiali, cervi, caprioli, scimmie, aquile, tori, buoi, cavalli, capre, galli, galline, volpi, conigli, gatti e cani... Animali feroci, animali esotici, animali domestici. Ma nella sua rappresentazione risiedono almeno due diverse e fondamentali inclinazioni del sentimento: ora prevale un sentimento disteso, calmo, come un desiderio di serenità, di pacificato idillio nella natura o in un mondo di evasione fantastica: e di ciò parlano in genere le opere dove appaiono i buoi dei campi, i cavalli da tiro, o i quadri evocativi di una Svizzera immaginaria; ora invece prevale un sentimento di furore, di rabbia, d’aggressività, che si traduce nelle risse o negli atti di violenza degli animali feroci. Mentre però nella pittura le immagini animali sono immerse nel paesaggio, nella scultura vivono invece unicamente definite nella propria isolata fisionomia” (Mario De Micheli, 1972).
Potenti e realistiche, le sculture venivano realizzate da Ligabue in creta, adoperando l’argilla che trovava abbondante sulle sponde del Po, nella Bassa reggiana, dov’era stato “catapultato” nel 1919 a seguito di un’espulsione dalla natia Svizzera, rimanendovi fino alla morte.
In Antonio Ligabue (1899-1965), popolarmente conosciuto come l’artista folle di Gualtieri, il “buon selvaggio” della pittura italiana, arte e vita sono fortemente legate, e quest’ultima ha trovato riscatto proprio grazie all’arte, che gli ha permesso di dare un senso alla sua infelice esistenza.
L’allestimento della mostra esalta l’approccio multisensoriale alle opere esposte, rispecchiando lo spirito e la finalità del Museo Omero, fra i pochi specializzati a livello mondiale nel campo della fruizione tattile all’arte e già organizzatore di importanti esposizioni.
Il pubblico potrà apprezzare per la prima volta le sculture di Ligabue non solo mediante il canale visivo ma anche attraverso l’osservazione tattile e suggestioni uditive e olfattive.