It was a body in the shape of a city
Arte
via Santa Teresa 20/A, Milano, MI, 20142, Italia
16/03/2023 - 06/04/2023
Dai balli in piazza dei carnevali medievali al cosiddetto “decreto rave” promulgato dal governo Meloni, passando per la dance elettronica nel sugoso loft di David Mancuso a Manhattan e le TAZ (Zone Temporaneamente Autonome) anglosassoni: la danza - se performata negli interstizi dell’autogestione e dell’illegalità, se caratterizzata da battiti ripetitivi, dal contenuto non linearmente incasellabile negli stilemi della composizione - è stata una delle pratiche di resistenza che più hanno spaventato, prima, il proto capitalismo delle enclosures e, poi, il tardo-capitalismo post-fordista. It was a body in the shape of a city riporta una proiezione dei lasciti industriali dell’ex hinterland milanese: il cemento e i bricks rossi dei capannoni, manifesti scollati e centrali elettriche. Queste macchie dell’abbandono fanno da sfondo a una serie di riprese realizzate con una telecamera da caccia, protagonista di una ricerca a infrarossi dei possibili rimasugli di coreografie della resistenza nei “riti del sabato sera” delle discoteche-aziende. Il video su monitor finisce per setacciare come siano cambiati dal secolo scorso i movimenti sul dancefloor, quanto il sé sociale non possa più essere abbandonato all’entrata, come nei primi free party, ma, anzi si determini proprio nello spazio della discoteca, dove la fissità della propria identità è ora fondamentale per stare dentro e fuori le porte.