ACQUE FRAGILI. INFRANGIBILI EQUAZIONI

Arte, Arti Performative, Fotografia

ACQUARIO CIVICO DI MILANO viale Gadio 2, Milano, MI, 20121, Italia
14/09/2023 - 22/10/2023

PINA INFERRERA – “Fragile, maneggiare con cura”
Immagini per dire sì alla vita, da proteggere.

di Paola Suardi

Lo sguardo di Pina Inferrera è da sempre quello di chi indaga la realtà con la certezza di trovarvi un mondo che vale la pena osservare da vicino per scoprirvi connessioni inattese e poesia.
Nella realizzazione di sculture e installazioni, come pure nello scatto fotografico, nell’indagare la fenomenologia nata tanto in contesto naturale quanto in quello industriale e urbano, la Inferrera esprime il rispetto sia per la Natura sia per l’Uomo e il suo ingegno.

Messinese di nascita, cresciuta in Sicilia trascorrendo estati in campagna con i nonni, si trasferisce in Lombardia, a Bergamo, alla fine degli anni Settanta. “In quegli anni – ricorda l’artista – le industrie rigurgitavano scarti plastici letteralmente di tutti i colori, trasparenti, lucidi, traslucidi, e io li ottenevo in cambio delle mie statuine di terracotta, la mia produzione artistica di allora...”
Dalla ricerca condotta negli Anni Ottanta, in cui si è dedicata alla riflessione sulla necessaria convivenza tra il mondo naturale e la “rerum natura” creata dall’Uomo, passando attraverso una promozione convinta e concreta del riciclo dei materiali industriali nelle proprie opere, l’artista è approdata nei primi anni 2000 ai lavori della serie “Natura Altera” che esprimono la percezione della spiritualità insita nel mondo naturale, nel mistero di forme e colori che la sua sensibilità e tecnica fotografica d’artista sono in grado di rendere visibili. Un fascino “altero” perchè, sublime e distante in qualche modo da quello che si percepisce a prima vista, infonde ammirazione e una sorta di soggezione.

Con i lavori fotografici presentati in occasione de “I Maestri del Paesaggio” a Bergamo nel 2020 e ora inseriti in questa mostra all’Acquario Civico di Milano, Pina Inferrera muove verso una dimensione ancora totalmente incentrata sulla Natura, ma con la chiara consapevolezza che solo percepire l’intima connessione tra Uomo e Natura, tra le loro fragilità, è il modo di mantenerle in equilibrio con rispetto e cura reciproca.
E dunque “Fragile, maneggiare con cura” si riferisce in primo luogo all’impalpabilità delle fragili meraviglie insite nella Natura che affiorano nelle opere fotografiche della Inferrera, ma anche alla gracilità degli equilibri che regolano il rapporto dell’Uomo con la Natura e l’ambiente.
L’attenzione e la finezza tecnica con cui l’artista si addentra nel microcosmo naturale e lo dilata per restituirlo “macro” a chi guarda, sottoponendoci paesaggi che sembrano rimandare ora agli abissi, ora al sottobosco, ora a un vetrino di laboratorio, esprimono proprio la delicata misura in bilico tra ricerca e invasività, sperimentazione e cura, che è la chiave stessa della difficile simmetria tra Uomo e Ambiente, Scienza e Natura, e che si ripropone anche nelle relazioni tra esseri umani.

Da un lato “Fragile maneggiare con cura” conduce immediatamente alla precarietà dell’ambiente nelle mani dell’Uomo, e questo pare essere lo scrupolo dell’artista stessa negli studi fotografici che compie, desiderosa di consegnarci mondi “nuovi” ed effimeri – perché non immediatamente visibili - ma allo stesso tempo rispettosa del dato reale e nascosto che riesce a cogliere. Nel mostrare le delicatissime miniature naturali catturate dall’obiettivo, appaiono a volte tracce che fanno pensare a guizzi di energia, onde elettromagnetiche, che pure fanno parte della natura.
Gli scatti sono pervasi da un silenzio che rimanda sì a mondi subacquei e a soffici pennellate sulle quali si stagliano dettagli preziosi di meraviglie naturali, ma anche a un profondo rispetto. Rispetto per la relazione tra Uomo e Natura; rispetto volto a ricreare un’armonia, seppur all’interno della fragilità, fatta di cura.
Cura nel tentativo di bloccare immagini non scontate, nel rintracciare nella Natura, oltre a quel che vediamo, tutto quello che immaginiamo, in una sintesi perfetta di figurativo e astratto, di biologia e incanto.

Rispetto e Cura. Lo sguardo di Pina Inferrera è dunque intriso di un sentire profondamente etico. E proprio per questo sentimento “Fragile maneggiare con cura” rimanda d’altro canto alla necessità di spingersi oltre, con attenzione e serietà, per trovare soluzioni al disequilibrio e cura alla sofferenza dell’Uomo e dell’Ambiente.
Non stupisce perciò il concreto impegno di Pina Inferrera nel sostenere la ricerca scientifica - in particolare l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Bergamo- manifestato durante l’emergenza per la pandemia COVID-19.