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[Woven] Stories from the Wind

Arte, Design

Via Voghera 14, Milano, MI, 20144, Italia
01/03/2024 - 31/03/2024

Il 1° marzo 2024, nel cuore del quartiere Tortona a Milano, The Space di Shirin Ehya presenta in collaborazione con il collettivo curatoriale Exo Art Lab la mostra "[Woven] Stories from the Wind".

In un ideale secondo capitolo della narrazione avviata dall’esposizione collettiva "Let The Bād Speak" (Lasciate parlare il vento, dal farsi “Bād”, “vento”), tenutasi lo scorso autunno presso la Fondazione 107 di Torino, si snoda un prezioso intreccio tra due artiste internazionali provenienti dall’Iran e dall’Afghanistan, Elmira Abolhasani e Latifa Zafar Attaii, e i pregiati oggetti di artigianato persiano di The Space. Shirin Ehya, fondatrice e direttrice creativa di The Space, ha raccolto molte storie dai suoi anni di viaggi in giro per il mondo insieme al suo background di lavoro nell'industria del design a livello globale, per creare uno spazio pieno di oggetti collettivi, arti e progetti speciali.

Attraverso le note delicate e magnetiche delle opere esposte, lo spazio di Shirin Ehya ci guida alla scoperta delle pieghe più intime dell’identità individuale, dove memoria personale e collettiva si intersecano, dove si dischiudono finestre d’incontro con l’altro da sé.

La visual artist hazara Latifa Zafar Attaii solleva il suo personale grido di dolore per il genocidio del proprio popolo attraverso una voce dal cromatismo sovversivo. La sua installazione "Thousand Individuals" mostra un insieme di fili rosa, gialli, blu, rossi e verdi pazientemente cuciti a coprire i volti di mille foto di persone hazara stampate in formato passaporto. Esponendo la disperazione per la pulizia etnica della sua gente attraverso i colori più vivaci e vitali, il lavoro di Latifa disorienta il pubblico assuefatto ai toni scuri, divenendo contemporaneamente un compassionevole sudario, una rappresentazione tangibile dell'oblio e un’indelebile testimonianza del diritto di ciascun individuo a esistere.

La scultrice Elmira Abolhasani, con cristallina cura, raccoglie e ridà vita a tutte le voci spezzatesi per gridare al mondo quel fondamentale diritto. Le minute mani di vetro di "I heard you and I am with you" si ergono al loro fianco, offrendosi quale corpo traslucido da abitare, da cui risvegliare, in chi accetta di intrecciare le proprie dita con le loro, un’eco di fratellanza che travalica ogni confine sociale e geografico. Il medesimo mélange di storie individuali e universali si dipana attraverso i fili di "Line by line, I read you": recuperando i millenari gesti della tessitura persiana, Elmira racconta con la lana quanto l’identità sia un’invisibile filigrana di cicatrici di senso, di trame comuni e di sottili ibridazioni tra passato e futuro.

In questo crocevia di voci, storie e indelebili ricordi si sviluppa il racconto di "[Woven] Stories from the Wind", nella speranza di continuare a far soffiare il vento tra confini, luoghi e città diverse, Un vento che, con il suo tocco silenzioso, incorpora gli aromi più lontani, conciliandoli in una fragranza inedita e imprevedibile. Un vento che, con la sua nobile fierezza, non accetta alcuna barriera o recinto prestabilito, ma ammette di costruire un terreno d’incontro soltanto attraverso un progressivo e instancabile dialogo con coloro a cui regala una sua visita.