“sa perda de orgiola

Arte

Piazza Europa, Perdasdefogu, Nuoro, 08046, Italia
07/12/2023 - 31/07/2024

Il lavoro è l’attività umana rivolta alla produzione di beni. Il grano, per secoli, quale frutto del lavoro, è stato il bene per antonomasia. Grano uguale pane. Pane uguale vita. Un assioma. A Perdasdefogu, terra di longevi, non si faceva eccezione.
La trebbiatura rappresentava il momento culminante di un anno di fatiche. Il grano e la paglia erano due prodotti fondamentali nell’economia di sussistenza della comunità. Da essi dipendeva la sopravvivenza di persone e animali.
Sa perd’e orgiola era un grosso masso trainato dal giogo dei buoi che girava in tondo sulle spighe sparse nell’aia. Era il medium di una metamorfosi essenziale: il lavoro che si faceva vita.
Ogni estate, qui dove ora sorge la piazza, il rito si ripeteva da tempo immemore. Costituiva il cardine di una vita sobria e genuina testimoniata da tanti centenari che di quelle fatiche furono protagonisti.
Ugo Pellis, fotografo friulano, nel 1934 raccontò con scatti memorabili la trebbiatura a Perdasdefogu. Le sue immagini mostrano uomini, donne, bambini ed animali sinergicamente affaccendati nell’aia. Quel che però più colpisce sono i carri. I veri soggetti della narrazione sembrano infatti questi anacronistici veicoli. La loro struttura arcaica ricorda le macchine volanti di
Leonardo.
Trent’anni dopo, con la trebbiatura ancora in auge, poco lontano altre macchine realmente spiccavano il volo. Da Perdasdefogu l’epopea spaziale europea muoveva i primi passi ed il carro a buoi tornava ad essere protagonista diventando l’immagine più iconica del nostro passato. Colto nell’atto di trainare i resti di un vettore spaziale segnava la fine di un’epoca e l’avvento di un tempo nuovo.
Oggi, nell’aiuola al centro dell’incrocio, vediamo una pietra. Su di essa un carretto ed alcuni personaggi vagamente somiglianti a bronzetti nuragici intenti alla trebbiatura.
Rappresentano un’allegoria della nostra identità.
L’essenza di un DNA antico che ancora si manifesta.