La natura della memoria. Radici e dispositivi
Arte, Fotografia
Palazzo Pirola 1, Gorgonzola, Milano, 20064, Italia
18/10/2024 - 16/11/2024
Il 18 ottobre, presso Palazzo Pirola di Gorgonzola, si inaugura la mostra “La natura della memoria. Radici e dispositivi” dell’artista lituana Dovile Dagiene, curata da Stefano Ruffa.
Dovile Dagiene, conosciuta come DODA, unisce fotografia e natura in un'esplorazione artistica inedita. Nella serie "Memories of Plants", trasferisce su foglie fotografie d'archivio di bambini ebrei del ghetto di Vilnius, intrecciano memoria e natura. Utilizza fitografia, una tecnica che sfrutta la clorofilla delle piante per imprimere immagini. Le opere che ne risultano evocano ricordi perduti e destini interrotti, come fossero tracce viventi del passato.
La mostra offre un percorso espositivo che esplora luce, infanzia e memoria, dove passato, presente e futuro si fondono con la potenza e la delicatezza della natura e della condizione umana. La creatività diventa un mezzo per dare voce a storie incompiute. Attraverso tre serie di opere fotografiche, l’esposizione intreccia una narrazione che inizia con la forza primordiale della luce solare, attraversa l’esperienza umana di crescita e creatività, e ritorna infine alla natura come custode di frammenti di esistenza umana.
Il percorso inizia con la serie Here Then, There Now, in cui la luce del Sole, fonte fondamentale di vita, viaggia attraverso lo spazio e il tempo per raggiungere la Terra. Ogni fotografia cattura non solo lo spazio attraversato dalla luce, ma anche due distinti momenti nel tempo: quello della partenza del raggio e quello del suo arrivo. Questo processo ci ricorda che la vita stessa è un movimento costante, messo in moto e sostenuto dall’energia solare. Qui, la luce è insieme metafora e realtà, incarnando l’interazione tra tempo, spazio e trasformazione, un’interazione che l’uomo ha imparato a comprendere e utilizzare nel tentativo di superare i propri limiti naturali. In questo vasto ciclo naturale, l’essere umano, con meno di mezzo milione di anni di storia, rimane il nuovo arrivato. Tuttavia, grazie a creatività e immaginazione, abbiamo sviluppato strumenti e dispositivi che ci permettono di comprendere, crescere ed evolvere.
In Boy with a Stick, l’infanzia diventa una metafora di questo processo continuo di apprendimento e scoperta. I bambini nelle fotografie trasformano semplici bastoni in strumenti immaginativi, proprio come l’umanità ha trasformato il mondo naturale in tecnologia, estendendo le proprie capacità oltre i limiti imposti dalla natura. La curiosità giocosa dell’infanzia riflette il desiderio umano di superare i limiti biologici attraverso il pensiero creativo.
L’ultimo stadio del percorso ci riporta alla natura con Memories of Plants, dove le foglie diventano dispositivi naturali che trasmettono frammenti di memoria umana prodotta organicamente. Le fotografie d’archivio di bambini ebrei durante l’occupazione nazista in Lituania sono impresse su foglie, trasformando questi elementi fragili ma resistenti in veicoli di memoria. Queste immagini, sebbene fissate, appartengono a organismi viventi soggetti a mutazione e decadimento, proprio come qualsiasi corpo fisico—umano o non. Queste vite continuano non più attraverso il medium dei nostri corpi, ma attraverso il nuovo medium delle foglie, veicoli di natura e umanità intrecciati in un unico essere. La natura diventa così il custode della memoria umana, amplificando e preservando ciò che altrimenti svanirebbe.
Con un allestimento minimale e l’uso di elementi naturali, La natura della memoria propone una riflessione sul legame profondo tra natura, memoria e i dispositivi che l’uomo ha creato per oltrepassare i limiti della propria esistenza.