American Illusions
Arte
Viale Sant’Antonio, 59/61, Varese, VA, 21100, Italia
06/02/2021 - 06/03/2021
In questa nuova mostra che apre il 2021 da PUNTO SULL’ARTE, l’America si racconta attraverso le voci di tre artisti che hanno scelto come soggetto soprattutto la veduta urbana. Tre artisti che affidandosi a tecniche diversissime ci invitano a riflettere sul potere persuasivo dell’immagine, sul suo grado di veridicità e sulle trappole della percezione. Il VERNISSAGE della tri-personale dal titolo AMERICAN Illusions si terrà SABATO 6 FEBBRAIO dalle 15 alle 20, solo su appuntamento.
Il francese Jean-Marc Amigues costruisce le sue visioni in punta di pennello con una verosimiglianza chirurgica per poi immergerle in una nebbia di velature che confonde i contorni e crea atmosfere noir, mentre il ribaltamento della prospettiva spalanca il dipinto in ampie zone di vuoto, facendo l’occhiolino all’astratto. Claudio Filippini invece ingaggia con lo spettatore una sfida concettuale, disseminando le sue millimetriche vedute in full HD di una serie di vividi dettagli pittorici che contraddicono l’apparenza iperrealista e scaldano l’atmosfera, comunicando vibrazioni sonore e suggestioni. Andrea Gnocchi, infine, costruisce le sue vedute aeree spogliando l’immagine della presenza umana e di ogni dettaglio superfluo, riducendo le architetture a contrappunti astratti di bianchi e di neri e poi lasciando dilagare cromatismi impossibili che enfatizzano il senso strisciante di irrealtà.
Un CATALOGO BILINGUE, con la riproduzione delle opere esposte e il testo della curatrice Alessandra Redaelli, sarà realizzato da PUNTO SULL’ARTE. Gli artisti Claudio Filippini e Andrea Gnocchi saranno presenti in Galleria in occasione del vernissage Sabato 6 Febbraio.
JEAN-MARC AMIGUES nasce nel 1965 a Tolosa. La sua passione per il disegno e la pittura risale alla sua giovinezza. L’arte resta però un hobby, una passione discreta, ma molto presente, alla quale predilige gli studi in Medicina, specializzandosi in reumatologia. All’inizio della sua carriera artistica i suoi dipinti erano rappresentazioni fedeli e rigorosamente identiche ai modelli a cui si ispirava. Presto però questo rapporto con la realtà non sarà più sufficiente e, partendo dal lavoro del pittore Gerhard Richter, trarrà ispirazione per un nuovo stile. Amigues inizia così un nuovo percorso per rendere astratta la realtà, per “ottenere qualcosa di astratto da qualcosa di reale". Quasi per contrastare il suo periodo iperrealista, decide di sfocare, distorcere, destrutturare l'immagine che ha preso a modello. L'ambizione non è più quella di mostrare una copia fedele di ciò che vede e disegna, ma una moltitudine di cose, immagini, forme e significati. Ciò che lo affascina e interessa è quello che lo sguardo dello spettatore costruirà nelle zone di ombra e sfocatura, andando a ricreare una “sua” immagine e una “sua” realtà. Come se l’artista volesse ricordarci che l’origine delle cose, del mondo, della pittura, può sussistere solo in uno stato nascosto.
Accanto alla sua professione di medico che tuttora esercita, ha partecipato a diverse mostre in Francia e a numerose fiere in Europa e oltreoceano. Vive e lavora a Tolosa, in Francia.
CLAUDIO FILIPPINI nasce a Castenedolo (BS) nel 1953. Nella sua pittura il paesaggio è l’elemento dominante di una poetica dove la realtà è termine visibile delle emozioni. Nei suoi dipinti rivela una sensibilità intessuta nel rispetto verso il paesaggismo lombardo del nostro secolo e della nostra storia. Nella sua fedeltà maniacale e stupefacente, ogni opera attira a sé il fruitore, quasi a volerlo rassicurare e affascinare sulla perfezione esecutiva e rappresentativa. L’elemento caratterizzante della sua pratica artistica è la capacità di Filippini di proporre all'osservatore, insieme al soggetto, le impressioni ricevute in un particolare momento, le luci, l’effetto cangiante dei colori e soprattutto l’emozione fuggevole di un attimo irripetibile. Claudio Filippini ha frequentato i corsi di disegno dell’Associazione Artisti Bresciani. La sua attività artistica ha inizio nel 1976 quando realizza la sua prima mostra personale a Brescia. Negli anni ha realizzato numerose mostre personali e partecipato a numerose mostre collettive in gallerie private e spazi pubblici in Italia e all’estero. Vive e lavora a Brescia.
ANDREA GNOCCHI nasce nel 1975 Gallarate (VA). Terza generazione di una famiglia di pittori, inizia la sua formazione artistica nello studio del padre, dove fin da piccolo si trova immerso nei colori. Frequenta il Liceo Artistico e prosegue i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Laureatosi all’Accademia, dopo varie esperienze nei campi della decorazione e nella pubblicità si rende conto che la pittura è la sua vera strada e inizia una ricerca sui materiali e sulle tecniche pittoriche, avvicinandosi all’arte moderna senza dimenticare lo studio dei grandi Maestri. Dal 2001 diventa artista professionista, inizia a collaborare inizialmente con diversi mercanti d’arte che divulgano il suo lavoro tramite i canali delle fiere, passando poi a essere rappresentato dalle gallerie d’arte, sia nazionali che internazionali, in un crescendo di qualità e importanza. Ha partecipato a circa cento mostre collettive e personali, esponendo, tra i tanti eventi, al Museo Piaggio di Pontedera con la mostra “Iconico” nel 2015 e al Palazzo Ducale di Lucca con la mostra “Kubrick tra cinema e pittura” in concomitanza con il Lucca Film Festival Europa Cinema nell’aprile 2019. Vive e lavora a Gallarate, Varese.