Aroldo Bonzagni e il suo tempo. “Ironia, satira e dolore” nelle opere di un primo futurista

Arte

Raccolta Lercaro - Via Riva di Reno 57, Bologna, Bo, 40122, Italia
13/11/2020 - 10/01/2021

Il restauro di un’opera è sempre un momento privilegiato per lo studio e la conoscenza di un artista. Così l’intervento conservativo sulla grande tela Cavalieri, dipinta nel 1912 da Aroldo Bonzagni (1887-1918), si trasforma in occasione di approfondimento sull’artista centese, ricordato troppo spesso solo ai margini di un discorso sul futurismo e probabilmente penalizzato, nella sua fortuna critica, da una scomparsa prematura, a soli 31 anni.
Bonzagni infatti è menzionato principalmente per la sua adesione al primo Manifesto dei Pittori futuristi, nel febbraio 1910, ma in realtà, dopo quella data, svilupperà un percorso di ricerca interessantissimo, fondato sull’acuta osservazione della realtà e sulla sua traduzione visiva in chiave ironica. La pittura e la grafica – composta da disegni e illustrazioni di matrice politica e, in alcuni casi, pubblicitaria – mostrano una cifra stilistica personalissima e autonoma, costituita da un segno vibrante e da un’impostazione influenzata dalla conoscenza degli esiti secessionisti.