Columna mutãtio – LA SPIRALE

Arte

MNR - Terme di Diocleziano, Viale Enrico de Nicola, 78 , Roma, RM, 00185, Italia
20/11/2023 - 21/04/2024

“Columna mutãtio – LA SPIRALE” è un’installazione monumentale di arte contemporanea, ideata dall’artista Luminiţa Țăranu, ispirata alla Colonna di Traiano.
Promossa dal Ministero della Cultura, dalla Direzione Generale Musei, dal Museo Nazionale Romano e dall’Ambasciata di Romania in Italia, l’opera è esposta nel Chiostro piccolo della Certosa di Santa Maria degli Angeli.
Il messaggio che l’artista intende trasmettere è la “mutazione” di significato che avviene nel volgersi della storia, memoria di quel passato rivissuto nel presente, nel dialogo tra il valore storico, artistico e archeologico della Colonna Traiana e il nostro mondo contemporaneo. Nata per celebrare la conquista della Dacia da parte dei Romani, la Colonna Traiana è diventata nel tempo il simbolo dell’inscindibile legame storico tra l’Italia e la Romania; se nel passato evocava le due guerre portate dall’Imperatore Traiano contro Decebalo, Re dei Daci, oggi il capolavoro romano è anche testimonianza visiva con implicazioni identitarie nella formazione del popolo romeno e simbolo dei rapporti di amicizia e collaborazione tra i due paesi, acquisendo per questo una forte valenza multiculturale.
Il catalogo è stato pubblicato da Gangemi Editori, con il testo critico di Alessandro Masi, critico e storico dell'Arte. Il progetto di allestimento struttura e dell'opera in mostra dell'Arch. Pietro Bagli Pennacchiotti. Fotografie di Sebastiano Luciano.
Il concetto di Columna mutãtio quale conclusione contemporanea riguarda la perdita nel tempo della funzione originaria del monumento che oggi è capolavoro di arte e architettura, fonte di informazioni storiche, come un reperto archeologico conservato e custodito in un museo. Da cui l’impostazione orizzontale dell’installazione “Columna mutătio - LA SPIRALE” che non allude un “ribaltamento” fisico o virtuale del monumento di grande potenza fisica ed evocativa, ma lo interpreta come oggetto musealizzato, metafora del concetto secondo il quale la storia scorre in orizzontale.
Completamente in alluminio, l’opera è composta da un nastro largo 90 cm (circa 3 piedi romani) e lungo 34,05 m e si sviluppa su una lunghezza di circa 12,50 m, con un diametro di 1,40 m. Il rapporto proporzionale tra l’installazione e il monumento romano è di 1/3. Invece il rapporto di “fisicità” con il suo “peso” materico è informale, creando un’opera “leggera” ispirata anche all’essenzialità dei calchi della Colonna Traiana.
Attraverso un criterio selettivo di concetti e argomenti, l'idea è stata quella di catalogare e classificare gli eventi riportati senza una scansione cronologica.
L’installazione è composta da 7 Spire, considerando che in antichità, il numero 7 era considerato numero magico. Ogni Spira racconta un percorso che partecipa all’intera narrazione.
Sul lato interno dell'installazione l'artista ha reso omaggio al popolo Dace, interpretando simboli della cultura e della spiritualità predacica, del periodo neolitico, alcuni legati al tema della morte, appartenenti alle culture Cucuteni e Gumelnița (presenti nelle collezioni del Museo Nazionale di Storia della Romania a Bucarest). Per esempio, al “Grande idolo” trovato a Vădastra - Cultura Cucuteni, ho individuato il disegno inciso, l’ho “estratto” dal suo stato oggettuale con funzione di spiritualità funeraria, l’ho ingrandito e, aprendolo, ho esacerbato il suo fascino arcaico. Ho inserito i simboli in modo alternato, ritmico, ripetitivo e ritualico, cosi come era la cultura Dacica,
Il contrasto tra il bianco delle scritture vicine al carattere lapidario Romano e il nero dei disegni simbolici evoca il senso del dramma, ma in un modo contenuto e riflessivo, con tracce di gioia, sentimento tipico dei Daci prima di affrontare il sacrificio.
Il lato esterno invece ha un impatto cromatico intenso che evoca la forza della vita in un “mondo a colori”, ispirato al mondo Romano e al mondo Dace. Attraverso più di 50 disegni, attraverso la metamorfosi, ho interpretato alcune rappresentazioni marmoree del fregio della Colonna Traiana e della statuaria dei Musei della Romanità a Roma, da cui mi sono ispirata, creando simboli che, ripetuti, diventano icone. I simboli, le icone e le scritture sono gli strumenti della sua personale evocazione, per costruire una nuova storia che non contraddice né riproduce, ma affianca l’opera originale da un’ottica libera e immaginativa.