Dina Goldstein, In the Dollhouse, mostra personale a Carrara

Arte, Fotografia

Estensioni Oltre.LoSpazio, Via Ulivi 6, Carrara, MS, 54033, Italia
12/06/2021 - 27/06/2021

Sabato 12 giugno 2021, alle ore 18.30, presso Estensioni Oltre.LoSpazio, a Carrara (Italia), inaugura “In the Dollhouse”, mostra personale di Dina Goldstein, artista nata nel 1969 a Tel Aviv (Israele), che vive e lavora a Vancouver (Canada). La mostra è curata da Enza Di Vinci e organizzata da Opus in Artem e Davide Ragazzi Art Studio Gallery.

Negli ultimi decenni del Novecento, l’arte americana vive un momento eclettico; il Realismo americano, la Pop Art, l’Arte concettuale e la Minimal Art, sono fonti d’ispirazione per numerose nuove correnti artistiche che rievocano quelle del passato recente per distaccarsene. Numerosi codici espressivi e media sono rimescolati, in maniera solo apparentemente inconsulta, per attivare una comunicazione artistica sintetica e pungente. Dal 1990 al 2000, kitsch, romanzo gotico, fumetto, fantascienza, illustrazione popolare e fiabesca, pubblicità, iconografia religiosa, cinema, arti decorative, pittura accademica, video e fotografia sono utilizzati dagli artisti americani per proporre versioni mutanti di realismo e pop art, esprimendo particolari concetti, quali l’avversione verso le utopie moderniste, l’autoritarismo e il machismo; la verifica della propria identità; l’autodeterminazione all’interno della società; l’opposizione a canoni di bellezza mediatica. Il potere comunicativo delle immagini (fotografia, grafica, pubblicità, cinema e video) è sfruttato al massimo per esprimere canoni di allontanamento concettuale dalle estetiche contemporanee. Una corrente artistica che si consolida in questo periodo e alla quale è spesso associata la produzione artistica di Dina Goldstein è la Lowbrow Art o Pop Surrealism (emersa nel 1980 nel sud della California). Nonostante molte similitudini fra il lavoro di D. G. e gli artisti della Lowbrow, una simile classificazione non può essere esaustiva.

Dina Goldstein si trasferisce da Tel Aviv a Vancouver nel 1976, all’età di 7 anni. Cresce e completa un percorso di studi universitario in una città multietnica, ufficialmente anglofona. Il Canada e l’Europa del Nord condividono elementi comuni sotto il profilo naturale, culturale e sociologico. “La vita di “frontiera”, sempre alla mercé di un clima rigido per molta parte dell’anno, crea una sorta di socialità difensiva e collaborativa. Rispetto agli USA, in Canada, anche grazie alla legislazione, è assente quella spinta frenetica alla competizione che caratterizza e per certi versi penalizza la società statunitense” (A. Gazzola). Dina Goldstein inizia a dedicarsi alla fotografia artistica nel 2007, dopo 14 anni di attività professionale come fotoreporter e fotografa editoriale. Non stupisce riscontrare, nel suo lavoro, un’attitudine all’osservazione acuta della società, uno sguardo critico sull’attualità politica, un forte rimando alla sociologia contemporanea.

La fotografia di Dina Goldstein è caratterizzata da un classicismo raffinato, un’anima pop e alcuni elementi glamour, equilibrati all’interno di una narrazione essenziale, arricchita di ironia cinismo e comicità. Nelle sue opere si intravede un richiamo estetico alla fotografia e al cinema del Nord Europa, alle serie televisive americane, al fumetto, alla letteratura e alla pittura europea. La tecnica che utilizza maggiormente è il tableau vivant in fotografia. Il processo che porta alla realizzazione di questa tipologia di opere può durare anche 2 anni: prevede l’allestimento di un set cinematografico, scatti fotografici con una Hasselblad medio formato (con obiettivo grandangolare) e una post produzione accurata.

La serie “In the Dollhouse”, realizzata nel 2012, si compone di 10 scatti, che narrano la vita e la crisi di Barbie e Ken. Sul set, i due personaggi, interpretati da Regan Blake e Nate Campbell, adeguatamente truccati e sistemati in pose statiche, sono ritratti in momenti di vita quotidiana all’interno della loro idilliaca casa rosa. Ken è alla scoperta felice della sua vera identità; in parallelo, Barbie vive un momento di crisi interiore che porterà ad un triste finale: il taglio radicale della folta chioma di capelli biondi, la depressione, la perdita della testa di Barbie. La “bambola dalla vita vera” è utilizzata da Dina G. per stimolare il pensiero critico su standard di bellezza irraggiungibili e trappole identitarie innervate nella cultura popolare.

La mostra “In the Dollhouse” è allestita nelle sale di Estensioni Oltre.LoSpazio, uno spazio espositivo diretto da Giovanna Ambrogi, Daniela Borri, Selene Frosini, Stefanie Oberneder, 4 artiste contemporanee che vivono e lavorano a Carrara e intendono offrire ai cittadini e ai turisti internazionali che vivono la città l’opportunità di avvicinarsi all’arte contemporanea internazionale.

L’organizzazione della mostra è stata realizzata da Opus in Artem e Davide Ragazzi Art Studio Gallery. Opus in Artem è una piattaforma di informazione, consulenza, ricerca e mediazione nel settore culturale internazionale e rappresenta Dina Goldstein G. in Italia. Davide Ragazzi Art Studio Gallery è uno studio d’arte e galleria con sede a Genova (Italia).

Dina Goldstein, In the Dollhouse, mostra personale
Curatela, Testo e Exhibit Design: Enza Di Vinci
Graphic Design: Davide Ragazzi
Organizzazione: Opus in Artem, Davide Ragazzi Art Studio Gallery, Estensioni Oltre.LoSpazio
Supporters: APS Oltre and Carrara Studi Aperti
Vernissage: sabato 12 giugno 2021, 18.30
Periodo Apertura: 12 - 27 giugno 2021
Indirizzo mostra: Estensioni Oltre.LoSpazio, Via Ulivi 6, Carrara, Italy
Orario Apertura: da martedì a domenica, 16.30 - 19.30; sabato, 10.00 - 13.00; 16.30 - 19.30