Disinvoltura elastica
Arte, Musica
Via Giuseppe Mirri 35, Roma, RM, 00159, Italia
25/11/2022
«Il mio pianoforte ha i tasti di legno che non si possono muovere, gli specchi dei miei armadi non riflettono nessuna immagine, gli armadi stessi non contengono nulla e dalle mie finestre non filtra nessuna luce. Questi oggetti sono ricostruiti come noi li percepiamo non nel momento dell’uso ma in quello della contemplazione, sono solo delle apparenze, dei falsi oggetti. Ma è proprio da questo loro essere falsi che deriva l’espressione del modo in cui li ho percepiti.»
Lettera di Tano Festa ad Arturo Schwarz
Nella produzione artistica di Tommaso Armillei la logica interna della composizione si libera del singolo punto di vista creando, al suo interno, un principio ordinatore che permette uno spazio nuovo di ricerca, caratterizzato da ambiguità prospettica, di costruzione e visiva.
Prende così forma un prosaico abbandonarsi ad un'espressività intimista tra vita quotidiana, sfera emotiva e frustrazioni, come se nel lavoro artistico si condensasse la stesura di un diario visivo, un disvelamento di un’intimità psicologica, impossibilitata a esprimersi al di fuori dell’opera.
Le immagini di Armillei possono apparire opache, sofferte, indefinibili - preziose in quanto testimonianza di un’interiorità vissuta, sublimata nei grezzi segni pittorici e negli accurati disegni a matita che popolano le carte. Lo spazio è segnato da una multimatericità illusoria che trova la sua espressione nelle sperimentazioni con il collage e nella manipolazione grafica di immagini digitali, messe in costante relazione con segni grafici e ornamentali, confermando l’horror vacui dell’artista.
Durante il percorso espositivo il fiume di figure accompagna il fruitore al di fuori della pratica pittorica tradizionale, tra impulsi artistici repentini e rinnovamento costante delle opere.
In questa produzione amorfa e misteriosa si configura una sperimentazione in essere, una pittura fatta mentre si vive, con un piede nello studio e l'altro per la strada.
