Eliseo Mattiacci – Misurazioni

Arte

Galleria Poggiali, Via della Scala, 29, Firenze, FI, 50123, Italia
28/10/2017 - 24/02/2018

La Galleria Poggiali di Firenze presenta sabato 28 ottobre 2017 dalle ore 18,00 la mostra personale di Eliseo Mattiacci dal titolo Misurazioni a cura di Lorenzo Bruni.
Il progetto di mostra nasce dalla volontà di osservare da un'angolazione inedita il percorso che Mattiacci ha sviluppato in più di cinquant'anni di lavoro. Con questo specifico scopo è stato scelto di far dialogare nella parte iniziale della Galleria Fiorentina due grandi sculture di anni differenti - Misurazione dei corpi celesti del 2003/2004 e Tempo globale del 1990/91 - assieme ad alcune opere su carta tra cui Opera nel bosco del 1983 e Occhio del cielo del 2005 che testimoniano la centralità della pratica del disegno nella sua produzione e poetica, oltre all'opera fotografica Rifarsi realizzata come unica traccia di una sua celebre performance del 1973. L'accostamento di tali opere permette di far emergere un motivo per la scultura inusuale quanto pregnante e che l'artista ha affrontato da angolazioni concettuali e soluzioni estetiche disparate: il manifestarsi del tempo da una parte e della temporalità dell'esperienza dall'altra.

Come scrive Lorenzo Bruni nel testo per il libro che sarà pubblicato appositamente per l'occasione: “La ricerca di Mattiacci può apparire ad uno sguardo superficiale come divisa in maniera netta tra le opere gestuali in dialogo con il corpo personale e sociale, con cui ha contribuito al dibattito dell'Arte Povera negli anni sessanta, e il periodo delle sculture dal tema cosmologico che formalizza dagli anni Novanta portando il dibattito attorno alla strategia dell'arte ambientale a soluzioni inaspettate. In realtà il percorso dell'artista si è sviluppato in maniera costante e coerente sempre all'insegna della domanda: quale è il ruolo che lo scultore può ricoprire nella riformulazione dell'etica culturale in una società in evoluzione e sempre più “liquida”? Tale questione concettuale, più che formale, lo ha portato a realizzare interventi che possono essere considerati in quanto tracce personali o istruzioni collettive della misurazione dell'attorno sia di quello visibile che invisibile.” Inoltre il curatore intende evidenziare che: Le sue installazioni esplorano da sempre i limiti e le potenzialità dello spazio architettonico e di quello naturale, delle strutture in ferro e delle tensioni magnetiche per puntare alla riformulazione dell'arte e della società con cui raggiungere un grado maggiore di consapevolezza del dialogo/confronto tra “io” e “mondo” e viceversa. Infatti, per lui visualizzare il cosmo come il corpo in quanto “presenze” è il passaggio necessario per dare concretezza e specificità all'entità che unifica e divide tutto: il tempo. Solo in questo modo può creare un meccanismo aperto con cui poter ripensare la posizione attiva dell'osservatore/artista su un piano differente che non sia semplicemente quello di voler ridurre tutto a una relazione di causa ed effetto, ma neanche di accettare l'impossibilità di spiegare i fenomeni che lo circonda.”