ENRICO DELLA TORRE Architettura

Arte

Via Mosè Bianchi 60, Milano, Mi, 20149, Italia
10/05/2022 - 30/06/2022

Lo Studio d’Arte del Lauro è lieto di presentare martedì 10 maggio alle ore 18 la mostra
personale di Enrico Della Torre. Nel percorso della mostra oltre a un olio su tela di grandi
dimensioni sarà presente un nucleo scelto di dipinti su carta, tutti inediti, fra collages, acquerelli,
tecniche miste, usciti per la prima volta dalla collezione privata e dall’archivio dell’artista,
realizzati in un arco di tempo che spazia dagli anni Ottanta ai giorni nostri.
Si tratta di un prezioso lavoro di ricerca personale, condotta in sottotraccia rispetto alla pittura
più conosciuta; un’indagine quotidiana sul linguaggio stesso della pittura ma, soprattutto, sullo
studio inesausto che regola la composizione. Il disegno di Della Torre rivela in questa mostra
la sua autonomia rispetto alla pittura. Il suo ruolo, mai ancillare, rivendica un’indipendenza
formale, sintattica. Il disegno è il luogo della progettualità, del pensiero germinale, dell’intuizione.
Ed è un disegno che la pittura completa con innesti materici o campi di colori. La base resta la
carta nella sua autenticità e purezza. Essa tradisce il suo ruolo principale nella sperimentazione,
nell’invenzione della pittura che verrà. E manifesta anche un’anima raramente dichiarata di
Enrico Della Torre, la sua anima di costruttore, di architetto abituato a pensare al paesaggio e
alla natura come strutture complesse, sistemi di calcolo nelle gerarchie della memoria.
Dal testo di Chiara Gatti a catalogo: «Opere come Orizzontali verticali, oppure il ciclo Dall’interno
all’esterno, tradiscono lo stesso interesse di Della Torre per la costruzione, le sue logiche e
la sua armonia. Come un progettista invisibile issa scale ripide per annidarvi personaggi
fragili. L’architettura delle sue rette qualifica lo spazio e lo rende abitabile. Così figure sottili si
rannicchiano negli alvei di un edificio arboreo. Creature misteriose popolano palazzi vegetali
e gabbie di pruni. Il costruttore di ragnatele ha steso i suoi fili nel vuoto. L’agrimensore ha
tracciato aree e confini. In Geometrie agostane si legge la partitura dei campi, i moduli di un
appezzamento messo in pianta, con prelievi d’erba e di rogge. Canale tra case ha lo stesso
andamento: una diagonale netta nel panorama assolato. Anche la scelta e l’amore per la carta
contiene in sé un omaggio alla cultura del progetto, alla pratica del disegno come materia di
un pensiero larvale, come luogo incondizionato della sperimentazione. È il luogo delle infinite
possibilità dove ordire la composizione, immaginarne la struttura e le trasformazioni».