Fabio Weik ritorna al Ride Milano con Assembla Project

Arte

Via Valenza 2, Milano , MI, 20144, Italia
20/07/2021 - 05/08/2021

Dopo l’ultima mostra personale, Le trasmissioni riprenderanno il prima possibile, l’artista Fabio Weik amplia ASSEMBLA Project al RIDE di Milano, Via Valenza 2, con sette produzioni inedite.
Parte di ASSEMBLA Project era stata già presentata al pubblico nella Società Ferro Bulloni di Brescia nelle ultime tre settimane di giugno e, dal 20 luglio al 5 di agosto 2021, verrà mostrata al Ride Milano.
Qui, Weik aveva già portato l’installazione BALLA! nell’ottobre 2020.
ASSEMBLA Project è composto da installazioni video, opere digitali e da una piramide di manichini pregna di riferimenti socio- culturali.
Il progetto si ispira alla sottocultura hardcore dell’Italia 90’s che realizzava piramidi umane all’interno della discoteca bresciana NUMBER ONE, la prima nota per aver organizzato serate frequentate da gabber e hardcore warriors.
Il nome dell’installazione gioca sulla diffusa confusione tra l’opinione pubblica delle parole “assemblamento” e “assembramento”, spesso scambiate tra loro durante il primo lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19.
In pieno clima di lockdown, Weik ha riunito 40 rappresentanti dell’Old School e della New School Hardcore Italiana e, nel rispetto di tutte le norme igieniche sanitarie, ha cercato di riportare in vita ciò che accadeva nella SALA 2 del NUMBER ONE.
L’intera azione è stata catturata in un lungometraggio di 40 minuti a 120freme/sec, da cui sono state ricavate 7 still life.
La scelta della presenza di quest’ultime si deve al fatto che alcuni frame del video sono stati corrotti dall’eccessivo volume dei bpm hardcore durante il giorno delle riprese.
L’effetto glitch è già presente all’interno del percorso produttivo che Weik dedica a tematiche riguardanti il sistema mediatico e si trova anche all’interno di alcuni scatti-portrait inediti, con protagonisti alcuni ragazzi del filmato.
Assieme al video, Weik presenta un’istallazione statica formata da un accumulo di manichini in scala 1:1 con outfit del marchio Australian by l’Alpina, la più famosa marca nel panorama gabber.
Attraverso questa produzione, l’artista indaga sull’estinzione del contatto umano diretto negli ambienti ricreativi.
In un’epoca non troppo lontana, i frequentatori della discoteca “dell’impossibile” (cosi riportava una targa all’ingresso) si spintonavano tra loro in un momento di collettiva euforia, passando poi a svolgere veri e propri poghi.