FASEZERO
Arte, Architettura, Fotografia
Palazzo Fontanelli Sacrati, Via Emilia S. Pietro 27, Reggio Emilia, RE, 42123, Italia
19/09/2021 - 10/10/2021
All Art Contemporary in collaborazione con Ares Contemporary inaugura gli spazi di Palazzo Fontanelli Sacrati come kunsthalle dedita all'arte contemporanea. Il dialogo fra antico e moderno, fra passato e presente (mission di All Art Contemporary, "tutta l'arte è stata contemporanea") trova così linfa nella mostra FASEZERO, in cui l'artista Giulio Cassanelli è stato invitato ad interagire con gli ambienti interni ponendo in evidenza l'esperienza pandemica recente in tutte le sue sfaccettature.
Dopo aver partecipato al festival di Fotografia Europea con due bandiere calate dalla finestra di Palazzo Fontanelli Sacrati – Resistere/Resistere (2021) – l'artista ora propone una serie di interventi sviluppati negli ultimi anni che vanno a completare il percorso inaugurale degli spazi della dimora rinascimentale come sede espositiva.
In un mondo sempre più interessato al testo e sempre meno al contesto, si vuole così ridare voce al potere delle immagini e dell'arte all'interno di un ambiente carico e denso di significati e storia.
FASEZERO nasce come dialogo col tempo.
Un tempo fatto di precarietà, incertezza e solitudine.
Un tempo figlio di una situazione che non può essere tematizzata ma solamente espressa per mezzo di percezioni, sensazioni ed attimi.
SALA LILLA
Un diario. Al suo interno fotografie e qualche frase, scandiscono la recente esistenza in cattività, ritraendo il medesimo soggetto e la mutevolezza del tempo. Questi scatti, eseguiti durante il primo lockdown, svelano la quotidiana necessità di esprimersi e di fermare il passaggio del tempo e delle idee: una mano scatta l’altra, in un autoscatto che non inquadra un volto bensì un gesto e un oggetto, in ricerca di un equilibrio. Un braccio proteso verso il cielo, in posa salda e solenne, alza un peso rotto, corroso dall’agire del tempo e dagli agenti atmosferici e, privato della sua funzione naturale, diventa simbolo di una leggerezza lacerata dalle circostanze. La ricerca non si esaurisce in un’unica direzione e non vuole diventare oggetto passivo da mera contempla- zione, ma espressione incessante di libertà in un fare diffuso.
SALA della CASSAFORTE
Questa sala sintetizza l’esperienza dell’isolamento e della vita osservata dalla propria finestra. Seguendo il movimento del sole, l’installazione Time is Specific interagisce con lo spazio e l’improbabile reliquia.
Sorge spontaneo chiedersi come mai continuare in questo scenario a ricercare, a costruire e a combattere, senza le prospettive, le libertà e i sogni che davano uno scopo alle nostre vite. Senza una destinazione certa, il viaggio, il percorso quotidiano e la volontà di proseguire rimangono le uniche certezze, le uniche affermazioni possibili e sicure. L’unico riparo dal tempo è l’assidua ricerca.
SALONE degli SPECCHI
Schegge di colonne trovate per strada vengono raccolte e utilizzate come supporto visivo e dispositivo sulla quale imprimere immagini e comporre sintesi poetica: ora riprendendo il gesto di resistenza, ora attingendo dalla memoria dell’arte italiana. Resti che vengono messi al sicuro dal tempo in un’intenzione che vuole guardare al passato, non per idealizzare un futuro miglio- re, ma per partecipare attivamente al presente. I due grandi specchi accolgono i due poli che sintetizzano con due acronimi contemporanei (FOMO e DYOR) tutta la produzione dell’intero progetto.
SALA ERATO
In contrapposizione agli altri lavori intrisi di intimità e riservatezza, in questa sala, invece, si raggruppano una raffica di immagini che evocano lo spirito del nostro tempo. L’attualità non è solo oggetto di riflessione e di gravità, ma può assumere anche sfaccettature sarcastiche e, con ironia tagliente, giocare fra ossessioni pop e mediatiche.
SALA dei TRE CHERUBINI
Nonostante la voglia e il desiderio di dialogare col tempo, la ricerca sul linguaggio e sul rapporto con la materia è proseguita sperimentando e articolando ulteriormente la propria grammatica visiva. Partendo da una composizione astratta lineare, il linguaggio si sviluppa attraverso nuove forme curve e vorticose capaci di interagire con il presupposto di sintesi. Questi scarabocchi concentrici presentano la noia e la ripetitività e, gradualmente, attraverso l’ardente voglia di comunicare, di incontrare persone e vedere visi, hanno preso la forma di veri propri ritratti psicologici. Svuotati di qualsiasi peculiarità somatica e fisiognomica, il filo di ferro incandescente entra e si immerge nel polistirene, e dopo il controllo manuale, una reazione chimico-fisica dal sapore carnale crea unicità di segno e gesto.