Gabriella Benedini “Risonanze”

Arte

via solferino 56 , milano, milano, 20121, Italia
18/10/2018 - 17/11/2018

Comunicato stampa

Spaziotemporaneo 
via solferinno 56 
20121 milano 
tel 026598056 e-mail: spaziotemporaneo@tiscali.it

Gabriella Benedini

“ Risonanze”

Inaugurazione Giovedì 18 Ottobre h.1830

Testo di Patrizia Serra

A Spoleto un’orchestra di… LIBRI, a Siena, a Reggio Emilia una parete di ARPE, a Milano e a Siena una parete di RIMESCOLARE IL TEMPO, a Milano un’intera BIBLIOTECA, e ancora una parete di METRONOMI, al Castello di Roccolo tutti i piccoli capolavori della BIANCA… dall’inizio ho visto moltiplicarsi queste sequenze… come la prima volta nel 1980 alla galleria “ticinese” con una sequenza di bacheche a terra. Non ho dimenticato i lunotti delle nozze di Psiche, i goniometri che come tutti gli strumenti di misura hanno sempre affascinato l’artista e tante tavolette legate a temi diversi, così oggi vedremo gli spartiti scivolare leggeri lungo le pareti.
Nessun’opera visiva può dirsi codificata.
La sua ragione significativa va ben oltre la parola. Ma questo bisogno di riprendere un tema in successione ritmica ha un particolare rapporto con il tempo e costituisce la metrica spaziale della ricerca dell’artista.
I materiali più amati da Gabriella Benedini sono quelli che recano le tracce del tempo, usurati nelle superfici e nei contorni, i suoi legni recano il segno di una raggiunta fragilità, di un assottigliarsi e confondersi dei profili che assecondano una rilettura. Le sue carte sono invase da frammenti e segni, ma anzitutto è il tono di colore a dettarne il destino se saranno disegni collage o magari, specie quando sono antichi scritti, daranno la superficie a intere parti di sculture. Quelle grandi sculture, create aggregando le parti di antiche cose “che hanno preso la forma dal tempo”.
Anche loro sono nate per gruppi tematici, come le prime Grandi arpe, che tanto piacquero a Gillo Dorfles, e che abbiamo esposto, tanti anni fa.
Tutto nel linguaggio  dell’artista rimanda all’idea di viaggio e di scoperta e la ricerca si svolge nei fili sottili che legano fra loro dei densi frammenti di memorie e di sentiti rapporti armonici in un risonare del tempo e dello spazio che determinano misure e numeri. Un equilibrio particolare che l’artista mette alla prova continuamente...

Patrizia Serra

Gabriella Benedini nasce a Cremona nel 1932. Studia all’ Istituto d’ Arte Paolo Toschi di Parma e all’ accademia di Brera. Tra 1958 e 1960 è a Parigi dove tiene mostre personali e partecipa a esposizioni collettive. All’ inizio degli anni Sessanta si stabilisce a Milano ed espone in più occasioni tra il 1962 e il 1980 alla Galleria Bergamini; successivamente presenterà le proprie opere alla Galleria Spaziotemporaneo e Arte92 sempre a Milano.
Grande importanza, intanto, vanno assumendo, nell’elaborazione del suo lavoro, i lunghi viaggi da lei compiuti in Asia in Africa e in America. Continua a operare nell’ ambito della pittura ma è attratta anche da linguaggi diversi e nel 1972- 73 realizza due film d’ artista Diutop e Doprenoi.
Dall’ inizio degli anni ottanta sperimenta e integra nel suo linguaggio, che mai tuttavia può fare a meno del segno e del colore, nuovi materiali e strumenti espressivi, dal collage di carte e di tessuti a frammenti lignei e metallici: le sue opere progressivamente assumono la terza dimensione per poi farsi vera e propria scultura.
I titoli scandiscono anni di fervido lavoro e di nuove scoperte: Arpe, Sestanti,Costellazioni, Rimescolare il tempo, Mappe e Reperti fino alle più recenti Mousiké. Rivelano anche l’interesse dell’ artista per gli strumenti di misurazione dello spazio e del tempo e per gli strumenti musicali, nei quali la lunghezza delle corde è messa in relazione da Pitagora col suono dell’ universo. Una riflessione profonda e suggestiva sul senso del tempo, del viaggio, del mito.

La mostra resterà aperta fino al 17 Novembre 2018

Spaziotemporaneo 
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