Il corpo nel labirinto, il labirinto nel corpo
Arti Performative
Greenbox, via s.Anselmo 25, Torino, To, 10100, Italia
26/02/2024 - 27/05/2024
Laboratorio: il corpo e il labirinto.
Workshop di arti performative.
Il corpo nel labirinto, il labirinto nel corpo.
Il laboratorio è pensato per coloro che fanno del proprio corpo strumento di espressione. È aperto a chi vuole acquisire una maggiore consapevolezza di sé e del proprio stare in relazione allo spazio e agli altri corpi.
I temi del corpo e delle arti performative saranno sviluppati sia nella teoria (con approccio antropologico, culturale, politico) che nella pratica (teatro, reading, performance). Durante il laboratorio interverranno docenti di discipline attinenti alle arti performative, per offrire visioni e strumenti sull’uso dei corpi in merito alla voce, alla presenza scenica, al movimento. Verranno forniti, settimanalmente, testi e video: spunti per approfondire personalmente, in base alle proprie esigenze, le questioni legate al corpo.
Il laboratorio è strutturato in 4 incontri al mese da due ore l’uno, ogni lunedì, dalle 21.30 alle 23.30. Il costo è di 50 euro mensili; si tiene da marzo a maggio, per un totale di 32 ore complessive; prevede la produzione di una performance finale aperta al pubblico. La sede del laboratorio è il GreenBox, in via sant’Anselmo 25, a Torino.
Il primo incontro, conoscitivo e gratuito, è lunedì 26 febbraio, alle ore 21.30. Sono necessari abiti comodi e materiale per prendere appunti. Durante questo primo incontro, la parte teorica riguarderà la definizione di performance come forma d’arte contemporanea, le sue specificità dal punto di vista storico, antropologico e psicologico, le sue difformità dal teatro. Nella parte pratica inviteremo a mettere in atto, di persona, alcune performance chiave della storia dell’arte, di Vito Acconci, Regina José Galindo e Marina Abramovic.
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Per informazioni e iscrizioni
Andrea Roccioletti
3885825444
info@p-ars.com
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Il laboratorio è tenuto da:
Andrea Roccioletti (1979). Organizzatore di eventi e performer. Ha frequentato, tra gli altri, il corso di organizzazione teatrale di Mimma Gallina (Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano), il laboratorio di teatro di Duccio Bellugi Vannuccini (Theatre du Soleil), allievo di Carolina Gomez (Scuola di Danza Aires Nuevos). È stato CTA Community Teaching Assistant per il California Institute of Performing Art sotto la direzione di Stephan Koplowitz (USA), organizzatore teatrale per il Teatro Espace, responsabile eventi per il Gruppo Feltrinelli, resident artist presso la Kunsthallekleinbasel (Basilea), il PAF Performing Art Forum (Reims), Trame De Soi (Tulle). Ha portato le sue performance e ha esposto alle Officine Caos con Michelangelo Pistoletto, alla Nroom Art Gallery (Tokyo), al DOCVA Documentation Center for Visual Arts e al Teatro Elfo (Milano), al Teatro Astra (Torino), al De Peper (Amsterdam), al Centre de Congrès de Québec (Canada), ad Artissima (Torino) e alla Biennale di Venezia (2015).
Vanessa Depetris (1991). Diplomata in pittura e decorazione, ha frequentato Tangram Teatro, Cantiere Altrigo, PAF Performing Art Forum (Reims), workshop di danza creativa presso la GAM, e il MAI Marina Abramovic Institute (Grecia). Ha partecipato allo spettacolo “Dimora del volto” presso la Fondazione Merz, “Diradare” presso il PAV Parco dell’Arte Vivente, e “Orizzonti prossimi / Aria d’azione” presso la Fondazione Sandretto.
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“Alla duttilità del linguaggio fa riscontro in realtà una violenza: più si parla del corpo e meno esso esiste per se stesso. […] Non si è mai finito di far violenza alla violenza per ritrovare il corpo che si è smarrito nei segni, nella scrittura e nella scienza, nelle istituzioni e nella guerra. Anche il nostro discorso inizia con un atto di violenza: prima di tutto, infatti, si è voluto scoprire, là dove ogni traccia del corpo sembra scomparire sotto un cumulo di segni e di relazioni logico-strutturali, l’impronta della sua vita. Solitaria, collocata alla periferia dei codici simbolici, essa passa inavvertita. […] Che ne è stato del corpo e della sua vita? Domanda che, criticamente, si può formulare in altro modo: in nome di quali segni si è imposto un certo tipo di violenza al corpo? Quali operazioni ha dovuto subire perché s’instauri un potere?”
Louis Marin e José Gil, in
“Enciclopedia Einaudi”, 1982