Il dolore svelato
Arte
via Sassari s.n., 2A, Ortacesus, ca, 09126, Italia
25/11/2023 - 06/01/2024
In occasione del 25 novembre 2023, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, si inaugura alle 16:30 al Museo del Grano di Ortacesus (Ca), Il dolore svelato, personale di Maria Grazia Medda, a cura di Caterina Ghisu e Simone Mereu, in programma al 6 gennaio 2024, organizzata con la partecipazione di Progresso donna e il Comune di Ortacesus. Le opere sono scaturite dalle riflessioni dell’artista sul fatto di cronaca del 1975, tristemente noto come il massacro del Circeo. Ai tempi del massacro del Circeo non esisteva ancora la parola femminicidio, e gli stupri e violenze sulle donne erano delitti contro la pubblica morale e non contro la persona, bisognerà infatti aspettare la Legge 66 del 15 febbraio 1996 perché il reato di violenza sessuale venisse riconosciuto come delitto contro la persona. Maria Grazia Medda impernia il suo lavoro sul nylon dei collant per ricomporlo in forme armoniche, provando a riparare, ritessere e rammendare il dolore svelato in nuove forme, tirando i fili di nylon, come in un magico telaio, che cura, sana e ricostruisce in delicate forme ciò che la brutalità degli uomini ha profanato. Del nylon dei collant non rimane che qualche brandello, ma nel cuore nessuna croce manca, viene da pensare, con le parole di Ungaretti. Collant tesi sulla tela come l’ostensione delle reliquie di un martirio, incrostati di sangue, lacrime e umori, spartiacque tra una vita precedente e una posteriore alla violenza. Collant che diventano la parte per il tutto, l’emblema della violenza, come ci racconta Maria Grazia: “Ho sempre pensato che i collant per noi donne sono un indumento intimo, quasi una seconda pelle, così le usai come strumento di denuncia. Sui collant feci tutto ciò che di male quei carnefici fecero sul corpo delle loro vittime: le bruciai, le strappai, le straziai, ma le ricucii anche con fili d’oro, perché noi donne siamo capaci di lenire e suturare le ferite. I collant che usai per la mostra “Cantando sussurrati gridi” del 1996, erano esclusivamente neri, con qualche pezzo di calza rossa; violenza ma anche forza di rinascita”.
Le abili dita di Maria Grazia con fili d’oro e d’argento segnano nuove trame e vestono di preziosità le lacune e le cicatrici interiori. Questa ricucitura con i fili d’oro rimanda all’arte giapponese del kintsugi, le riparazioni con l'oro delle tazze in ceramica per la cerimonia del tè, risalente al XV secolo, che suggerisce il valore conferito a una ferita, l’inizio del suo riscatto.