Il paesaggio marchigiano di Attilio Alfieri
Arte
CART - Centro documentazione ARTe contemporanea, Palazzo Pergoli, Piazza Mazzini, Falconara Marittima, Ancona, 60015, Italia
13/06/2025 - 30/08/2025
Più di sei mesi fa mi accorgo di dover ancora rispondere, in qualità di responsabile del CART, ad una gentile lettera dell’Associazione Attilio Alfieri di Milano (l’Archivio dell’artista), scrittaci l’anno precedente, nella quale si offriva la disponibilità a far dono di un’opera per contribuire a corredare la Collezione di maestri contemporanei del Novecento presente già da qualche tempo in una sala del Centro specificamente dedicata.
Apprezzata l’attenzione nei confronti del CART, ed accolta la cortese proposta per l’acquisizione di un’opera di un artista marchigiano del Novecento importante come è stato Attilio Alfieri, e del quale non si aveva ancora alcuna opera in Collezione, mi sono persuaso a dover prevedere invece di poterne allestire quanto prima una mostra, individuandone un particolare aspetto della sua eclettica produzione artistica, che ha percorso significativamente tutto il secolo scorso.
D’altra parte dopo le più recenti e note esposizioni nella sua regione d’origine, quella del 1989 a Loreto, poi alla Mole Vanvitelliana di Ancona nel 2004 (la grande antologica nel centenario della nascita), fino a quella di Palazzo Corbelli a Fano nel 2016, mi sembrava giusta un’altra riflessione sull’opera di Alfieri attraverso uno spaccato della sua produzione artistica, che fosse significativa e si prestasse ad essere approfondita.
Parlandone quindi con Aliosca Alfieri, figlio dell’artista e Presidente dell’Archivio, abbiamo condiviso poter attenzionare il percorso lineare della sua pratica pittorica più tradizionale (quella del disegno, degli acquerelli, tempere e oli), che si è espressa all’interno di uno dei generi della pittura comunque cari all’artista, come quello del paesaggio, puntando lo sguardo sulle opere rivolte ai territori delle Marche.
In mostra quindi, sono esposti disegni e dipinti di tutto l’arco della produzione del maestro lauretano sul paesaggio d’origine e d’affezione (comprese vedute urbane), per addentrarsi in un aspetto della ricerca dell’artista, che del paesaggio delle Marche ne indaga, interpreta ed elabora l’essenza, conferendole una solenne e antica dignità.
Stefano Tonti
Responsabile scientifico del CART
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A nome dell’Associazione Attilio Alfieri ho accettato volentieri di aderire alla proposta del Comune di Falconara per allestire questa mostra al CART. Ritengo infatti degne di lode questo tipo di iniziative volte a divulgare l’Arte nel territorio, ancor più perché portate avanti con sacrificio e dedizione da Enti locali con possibilità economiche modeste.
Anche in considerazione dello spazio a disposizione si è concordato di dedicare questa mostra Paesaggio marchigiano.
In relazione alla variegata produzione di Alfieri, tale scelta potrebbe sembrare riduttiva, ma in realtà, come potrete constatare visitando la mostra o sfogliando questo catalogo, non lo è affatto, perché nei paesaggi di Alfieri ritroviamo tutti i suoi periodi pittorici e l’amore per la sua terra d’origine.
Dai primi disegni del 1926 agli oli in versione chiarista, dai dipinti di ispirazione cezanniana degli anni ‘30 al materico degli anni ’40 e a seguire la vasta produzione degli anni ‘70 e ‘80.
Abbiamo voluto esporre all’entrata della galleria il primo disegno iperrealista, Soldato del 1919, eseguito all’età di 15 anni, per far comprendere al visitatore il talento naturale di questo artista.
Il paesaggio marchigiano ha accompagnato Attilio Alfieri nel corso di tutta la sua esistenza e nonostante si fosse trasferito giovanissimo a Milano è sempre tornato regolarmente nella sua terra.
Ogni volta attratto irrimediabilmente da un paesaggio che sosteneva essere del tutto tipico, unico per la sezione del terreno e per il cangiantismo dei colori, ed eccezionalmente straordinario per la capacità di trasmettere un senso religioso e di intima pace.
Specie il Conero, un monte mitizzato fin da ragazzo e dalle suggestioni poetiche leopardiane, con il suo carico di memorie e richiami sentimentali.
Chine, acquerelli, tempere e oli, realizzati sempre all’aperto, a contatto con l’amata natura, in una sorta di ricerca e rigenerazione di sé stesso.
Non è quindi un caso se gli ultimi e unici lavori siano stati i paesaggi, decine di disegni eseguiti a pennarello a cavallo del 1990 e ‘91, qui nella sua terra natale nel tentativo di alleviare il dolore causato dalla morte di mia madre.
Aliosca Alfieri
Presidente Associazione Attilio Alfieri