IMMAGINIFICO CONTEMPORANEO

Arte

NUOVA OFFICUNA SOLARE Arte Contemporanea, Corso Nazionale n. 12, TERMOLI, CB / ITALIA, 86039, Italia
16/08/2025 - 31/08/2025

( Mostra Personale)
Franchitti architetto e Franchitti, L’ALTRO. L’ALTRO è quello che si rivela al termine di un percorso tracciato: all’insegna della creatività; nel nome di una fantasia di rottura; con il sacro motto: RISPETTO MA NON SUBISCO. Tra i due un filo continuo li unisce: la scoperta della differenza tra abitare e ripararsi e quella tra esistere e essere; dall’architetto che vede il modo di essere “NEL”, all’artista che ne legge il modo di esistere “PER”. Il passaggio (quasi tedioso nella sua banalità) da ciò che è ATTORNO all’uomo(architettura) a quello che è DENTRO di esso(arte). E’ un filo sottile che unisce e stringe indissolubilmente l’interpretazione di una vita i cui valori spingono l’uomo a non subire gli avvenimenti ma a plasmarli affinché la traccia dell’esistenza non scompaia con il corpo ma sopravviva con lo spirito. E’ un uomo che manifesta i rapporti con il passato, il presente e il futuro: il passato che deriva dalle tradizioni che ci appartengono e dalle quali veniamo; il presente che ci relaziona agli altri e rivela chi siamo e cosa valiamo; il futuro che nutre le nostre ideologie e definisce ciò che lasciamo di prezioso. L’altro (franchitti) è, in definitiva, un passaggio dalla ricerca di benessere verso lo stato intimistico in cui il soggetto dell’ “IO SONO” è l’uomo; dalle tradizioni questi recupera oggetti-immagine che del passato raccontano i fasti; dall’esperienza lavorativa ne scopre ciò che del presente notifica i drammi e la dicotomie; dalle proiezioni ideologiche plasma le visioni spirituali di una entità che non conosce la morte. Quelle che si possono definire composizioni di volumi trovano nelle più disparate tecniche, forme, parole, nonché nei cromatismi e nei materiali gli elementi che in una fantasiosa alchimia sfociano in una reazione di equilibrio dinamico. L’obiettivo verso cui si protende è quello di lasciarsi prendere dal canto del coinvolgimento e, nel sentire, accarezzare, guardare, ricercare, ritrovare quell’equilibrio interiore e quella parte di sé nell’opera che si osserva.

Nino Barone