IMPERSONALE. PUNTI DI SEPARAZIONE
Arte
Corsetto Sant'Agata 22 , Brescia, BS, 25100, Italia
30/06/2018 - 15/07/2018
La figura umana posta come centralità, è un punto di partenza per una strada frastagliata che ci porta in paesaggi umani differenti. E il punto di arrivo? L’esposizione ci apre all’immaginario umano e all’indagine su di sé e su gli altri. Gli artisti ci pongono delle domande e ci indicano il loro punto di vista, tra razionalità ed energia espressiva. I quattro artisti presenti hanno scelto ognuno come propria ricerca artistica, di indagare l'individuo, l'uomo, la sua materia, il suo spazio. Quattro differenti ricerche accomunate da un'indagine attenta riguardo il tema della figura umana e dal tratto significante e incisivo per descriverla. I risultati sono fortemente divergenti, ognuno con il proprio personale percorso: espressivo, metodico, razionale, istintivo, aggressivo. Un confronto che sviluppa contrasti, divergenze, pur partendo da un punto comune, l'uomo, la sua figura, il suo corpo. Emozioni e suggestioni che ci aprono strade diverse portandoci in mondi differenti. Rabbia, aggressività, introspezione, riflessione sono sentimenti che appartengono all'uomo e che ritroviamo nei lavori presenti in sala. Un'esposizione in un luogo solitamente dedicato alla fotografia, ma che in questo caso si apre alla pittura. Una pittura che in alcuni casi, dialoga col mezzo fotografico, che ne conosce e riconosce le grandi opportunità che offre, legate all'istante, al momento bloccato e all'emozione colta in un attimo. La linea figurativa accomuna la scelta dei quattro artisti che nei loro risultati portano il gesto pittorico a soluzioni espressive e grafiche di impatto. Le tecniche utilizzate sono varie, pastelli, acrilici, matita, incisione, su supporti come carta tela e tavola. La tecnica è quel mezzo importante attraverso il quale l’artista si esprime, ed è quindi ciò che ci aiuta a capire il contenuto. Le scelte di ognuno, del come fare, dei materiali e dei supporti, sono funzionali e parte integrante del loro messaggio. Laura Pedizzi, in una razionale e apparentemente semplice linea grafica a cavallo tra illustrazione e pittura, ci cattura e ci coinvolge attirandoci verso questo spazio indefinito in cui le sue figure femminili sono inserite. Uno spazio tra presenza e assenza nel quale anche l’individuo come persona è solo suggerito, corpi senza volto, tra sogno e realtà, colti in bilico, tra un equilibrio di presenza e assenza. Davide Sforzini stratifica contenuti e tecniche, sovrappone e sceglie con cura e razionalità il progetto, la tecnica per indagare e osservare, e anche lui dialoga con la fotografia come se ci riproponesse un reportage meditativo, elaborato e rimaneggiato con cura per raggiungere l’essenza del suo messaggio. Ci racconta di spazi reali e immaginari e di persone che li vivono, li abitano e riempiono. Anche i colori sono selezionati con cura e creati esclusivamente per quella realtà immaginata. Le figure sono bloccate inconsapevolmente in un momento intimo e di dialogo con ciò che li circonda e forse anche con noi e con l’artista. Simona Muratori con il suo gesto veloce ed espressivo ci apre, rapida e diretta i volti e gli animi di chi osserva. Si relaziona impetuosa con il mondo che le sta attorno, per restituirci dei ritratti trasfigurati da un colore vivace, fatto di contrasti, prodotto in un attimo di energia e forza. Un supporto altrettanto snello e rapido come la carta da pacco ci restituisce la popolare essenza di questi volti, una sorta di reportage pittorico del mondo contemporaneo. Federica Frati con le sue graffianti incisioni, nere, aggressive, dove il corpo umano è delineato come una materia di disperata presenza, ci porta nel suo mondo di annullamento spirituale, in cui l’uomo è in balia di se stesso, solo col suo corpo. In una nudità disarmata alza le braccia verso un cielo assente, sgretolandosi. Forze ancestrali e richiami lontani sono ottenuti grazie alle incisioni, per scavare ancora più a fondo questo vuoto. Il punto di arrivo della strada lungo la quale ci ha avviato questa mostra si sposta sempre più in là, ma possiamo intravedere un uomo contemporaneo bloccato nella propria solitudine di individuo, in cui lo spazio e la comunità si annullano.
Paola Rassega