Jailbreak (Resteremo umani)

Arte, Musica, Arti Performative

Prigioni del castello Sforzesco di Vigevano, Via Firenze,47, Vigevano, PV, 27029, Italia
16/03/2019 - 31/03/2019

Presentato per la prima volta presso le prigioni del castello Sforzesco di Vigevano, il progetto artistico fortemente voluto dai due artisti internazionali Gabriella Maldifassi e Giulio Orioli si configura, già dal titolo, profondo e complesso. Jailbreak, fuga, evasione, ma da cosa? Dalla contingenza del presente piegata alle regole di un tempo ormai saturo, che deve fare i conti con millenni di evoluzione e col malessere di una civiltà il cui futuro sembra ormai segnato. Il tema dell’evasione è qui inteso come un linguaggio mentale, come metafora che spinge nella direzione di uno scasso tra le macerie dell’uomo per portare alla luce delle problematiche che hanno in seno il peso dei secoli. Sette celle in cui gli artisti dialogano con le loro opere per decifrare i segni del tempo, scorgere i cambiamenti del mondo. Attraverso i materiali, dai più poveri e fragili come tessuti e legno soggetti all’erosione del tempo ai più solidi e duri come il marmo e la pietra, si muove il viaggio sia fisico che poetico nelle celle del pensiero dell’umanità. Nel loro dialogo le opere si danno come chiavi di lettura che, attraverso l’indagine espressiva, interpretano in maniera lucida le succitate problematiche con cui l’Essere odierno deve fare i conti ma che pongono radici profonde e lontane. Viaggio ancora una volta come metafora dell’odissea dell’uomo che nel corso della storia ha dovuto affrontare molteplici metamorfosi, adattandosi come un mutaforma, al costante bilanciamento tra passato e futuro il cui progetto potrebbe delinearsi come distruttivo in potenza. Sono proprio queste digressioni che hanno determinato un rischioso cambio di paradigma, il cui destino sembra essere proiettato verso le intelligenze artificiali che arriveranno definitivamente a spazzare via l’impronta dell’uomo sulla terra. Il futuro sarà dunque umano o cibernetico? Di fronte a questa domanda l’umanità tutta è chiamata a scegliere, specialmente in un momento storico come quello attuale che ha definitivamente abbandonato le grandi narrazioni per adeguarsi esclusivamente all’idea di un futuro sempre più frammentato e caotico. La linea di confine sulla quale questa mostra vuole riflettere, è segnata proprio dalla contingenza del presente i cui interrogativi sono prossimi ad essere svelati. Con la potenza del confronto, le opere vogliono riflettere e mettere in avviso lo spettatore da un immaginifico futuro distopico che vedrebbe l’uomo lasciare il pianeta ormai consumato dalla tecnologia. Sarà l’uomo in grado di difendersi e proteggersi per sopravvivere? Si troverà un equilibrio sufficientemente teso per poter recuperare l’anima del mondo? Resteremo umani?.