Quando l’orbo cio vedeva bene

Arte

Largo Corsia dei Servi 4, Milano, MI, 20122, Italia
26/05/2021 - 26/06/2021

Giancarlo Cerri, artista ipovedente nato negli anni Trenta a Milano dove da sempre vive e lavora, dal 26 maggio al 26 giugno 2021 ritorna al Centro Culturale di Milano in Largo Corsia dei Servi 4 con un’antologica dedicata interamente alla forza espressiva del bianco e nero.

Giancarlo Cerri presenta 43 opere, la maggior parte disegni a carboncino o inchiostro su carta, divise su quattro sezioni: 20 figure tra ritratti e nudi femminili, 9 tra paesaggi e nature morte, 8 sequenze e 6 dipinti di arte sacra. I lavori presenti a Milano, molti dei quali mai esposti sino ad ora, sono stati tutti realizzati tra gli anni Sessanta e il 2004, anno in cui la grave maculopatia ha costretto l’artista prima a rallentare e poi a fermare per oltre dieci anni la propria attività pittorica.

Giancarlo Cerri: «Il bianco e nero racchiude in sé la struttura portante del quadro futuro. Esprime i valori plastici dell’opera, i suoi significati. Custodisce l’idea, ma può farlo solo se lo sorregge una tecnica esecutiva solida. Ecco perché le etichette “figurativo”, “informale” e “astratto” sono, e nel mio caso più che mai, soltanto le definizioni di un periodo: il disegno resta sempre la base più solida per ogni tipo di pittura».

È dunque la consapevolezza del valore assoluto del disegno nel processo creativo che Giancarlo Cerri vuole rimarcare e che appare evidente nelle opere esposte, per ribadire - come sottolinea Elisabetta Muritti nel suo testo in catalogo - che il disegno è l’idea prima del colore, e di conseguenza è l’anima dell’opera, di ogni opera. Dopo il disegno, solo dopo, e solo eventualmente, ci potrà essere il “corpo a corpo” con il colore.

Il bianco e nero possono essere entrambi sinonimi di eleganza, assolutezza e purezza, oppure l’uno l’opposto dell’altro, luce e ombra, idea di unione versus idea di vuoto. Tuttavia, per Giancarlo Cerri c’è un colore onnipresente e onnipotente che lo ha sempre accompagnato nella sua crescita artistica, il nero, fondamentale per un pittore come lui che intende la pittura come energia.
Non solo. Nei suoi quadri l’artista mutua l’uso del nero a seconda dei soggetti, anche perché, come ha sempre sottolineato, per lui si deve parlare di Neri, al plurale, in quanto il nero viene di volta in volta rielaborato con l’inserimento dei colori primari rosso, blu e giallo.

Il catalogo della mostra presenta un approfondito contributo critico di Elisabetta Muritti.