L’ULTRA HOMO

Arte, Arti Performative, Fotografia

via SS16 , Falconara marittima, AN, 60015, Italia
01/08/2019 - 01/09/2019

Nel 2019 il duo di artisti Papini e Stortoni (ULTRAProject) ha realizzato un’installazione che vive negli spazi abbandonati dell’area ex Montedison, di Falconara Marittima. Un non luogo, una cicatrice perennemente aperta ora intellettualmente suturata dal loro Homo.
Questo era il luogo dove l’uomo lavorava. Quell’uomo lì era il figlio dell’articolo 1 della Costituzione della Repubblica italiana: non percepiva salario ma era salario. Qui l’operaio, il capo reparto, il capo officina, l’ingegnere erano nel loro luogo non soltanto di lavoro ma di vita. Ora non solo la vita non vive più lì, ma la terra, l’aria, l’acqua non respirano più con quelle persone. Ecco che, quindi, soltanto ora poteva giungervi l’ULTRAHomo.
La sola presenza fisica, viva e concreta qui è la ferrovia, quasi a immortalare un odierno zoo dal quale tenersi a debita distanza.
L’ULTRAHomo è proprio l’assenza di tale distanza: è la vegetazione che si riprende gli spazi di Chernobyl, è chi guarda a quello stesso passato non più con l’occhio dell’archeologia industriale, bensì come inevitabile necessità di mutazione.
Qui l’uomo contemporaneo paga l’artificio delle sue azioni: assistere alla visione dell’ULTRAHomo equivale a partecipare a un rito catartico, collettivo e silente volto alla mutazione individuale. La Terra dei fuochi è ancora lì, l’ex Montedison è ancora lì, quel che non è più lì è il loro mondo: i due blocchi contrapposti, la certezza di un futuro, la bella vita, la terza via.
Il rito collettivo intorno all’opera è la danza del fuoco dell’epifania di un nuovo io, in attesa, che la mutazione lo trasfiguri in qualcosa di diverso, migliore, forse.