Materia del pensiero per ascoltare il silenzio

Arte

Corso Vittorio Emanuele 212/a, Piacenza, Piacenza, 29121, Italia
26/11/2023 - 31/12/2023

Per Alessandra Chiappini, artista visiva nata a Piacenza nel 1971, la natura è da sempre lo spunto per una
profonda ricerca pittorica intuitiva, di forme, volumi, colori. Una natura dove immergersi e rigenerarsi
allontanando dalle mente ciò che non è essenziale. Dall’estasi tragica del dionisiaco, a quella quieta quieta del Tao, è la ex-stasi, la silenziosa e solitaria
contemplazione del tutto ad ispirare l’opera pittorica di Alessandra Chiappini, un’opera che sembra
avvicinarsi al nulla, e che evoca la vastità, la semplicità, e la materia.
Una materia che dà l’idea del molteplice, che Chiappini ha cercato tanti anni fa nel fango e poi nel collage
e che da tempo trova nel rilievo della pittura in gesti tendenti all’astrazione che suggeriscono il vivente,
come un sussurro. La sua ultima mostra, “Materia del pensiero per ascoltare il silenzio”, presentata da Attilio Forgioli, e in
programma dal 26 novembre al 31 dicembre presso lo Studio Centenari a Piacenza, si ispira alla
restituzione di un'immagine istantanea e viva dell'universo intuito nella sua polifonica molteplicità, nel
suo farsi e disfarsi nel corso del tempo.
L’esposizione presso lo Studio Centenari di Piacenza nasce da un’idea di Attilio Forgioli, artista del ’33,
invitato alla Biennale di Venezia del ’76, protagonista di una personale presso lo spazio milanese Scoglio
di Quarto lo scorso autunno, e dall’incontro con la pittura di Alessandra Chiappini nella mostra successiva
nella stessa galleria. Forgioli, che condivide lo spunto tratto dalla natura e reinterpretato in forme proprie,
quasi astratte, è colpito dalla pittura di Chiappini e contatta l’amico gallerista piacentino Gianfranco
Centenari. Quest’ultimo è attivo da decenni a Piacenza, dapprima nell’ambito del restauro di opere
antiche, poi introdotto all’arte contemporanea da Ludovico Mosconi, fonda la Galleria Buffalmacco che
in seguito diventa Studio Centenari e raggiunge rapidamente un grande prestigio anche grazie agli stretti
legami con il mondo artistico milanese. Ecco quindi la storia di un felice incontro fra generazioni diverse
che si consolida viaggiando da Piacenza a Milano e ritorno. La pittura di Chiappini evoca un vissuto che riversa sulla tela liberando la mano e il gesto per
un’interpretazione emozionale capace di andare oltre il visibile. Le venticinque opere esposte a Piacenza
sono un racconto dettagliato di tutto questo, un lavoro di sintesi quasi astratto, dove il paesaggio è
ridotto a pochi, densi tratti riassuntivi, dove il blu-nero, ma altrove anche l’arancio, a volte accennato
altre invadente, altre ancora lacerante, determina in maniera forte gli spazi sulla tela, circondato da toni
tenui che ne esaltano la presenza scenica.
La raffinata poetica pittorica di Alessandra Chiappini, che ha esposto in numerose collettive e personali
in Italia e all’estero (in particolare in Germania, Austria e Irlanda, dove è stata selezionata per una
residenza d’artista), cerca di raggiungere la forza più interna della realtà, quel “nascosto” che unisce
macrocosmo e microcosmo. Non è un caso che i titoli delle opere siano prevalentemente ripresi dai
versi del poeta Wallance Stevens, uno dei giganti del Novecento americano, capace di vertiginose
riflessioni sul rapporto tra uomo e natura.