Paola Zorzi – Dalla finestra dei miei nipoti

Arte

BACS , via Donizetti 42, Leffe, BG, 24026, Italia
10/10/2020 - 07/11/2020

ll BACS di Leffe prosegue la sua attività espositiva con una mostra personale di Paola Zorzi.
Impegnata in una complessa e stimolante intersezione di analisi sociologica e ricerca sul linguaggio astratto-costruttivista, l'autrice presenta alcuni esiti significativi del suo lavoro recente a partire da due immagini di grande rilevanza problematica e simbolica: due foto scattate dalla finestra dei nipoti dell'artista – che nel titolo diventano per antonomasia tutti i nipoti del mondo, coloro che erediteranno
da noi il pianeta – rivelano, in tensione con i dettagli della stanza e del paesaggio, la presenza evidente, minimale nell'aspetto ma allo stesso tempo minacciosa, di elementi di eternit a brevissima distanza.
La tipica scanalatura delle lastre di eternit, isolata dal contesto dell'immagine, diventa così una specie di pattern luttuoso, un simbolo, sconcertante nel suo rigore formale, di uno dei drammi ecologici e sociali più gravi dell'Italia del secolo passato che come mostrano queste fotografie allungano la loro ombra sul nostro presente.
Denuncia e riflessione convivono tanto nelle opere direttamente ispirate dal problema eternit, quanto in altre, nelle quali il riferimento si fa più lato, legato alle tematiche esistenziali più ampie chiamate in causa da questa vicenda. Del primo gruppo fa parte, ad esempio, il lavoro che presta il titolo all'intera mostra, una rigorosa struttura che ricorda le griglie moderniste concettuali in bianco e nero, ma nella quale il “bianco” è costituito in realtà dall'immagine di una lastra di eternit decontestualizzata dalla foto originaria, una vera e propria irruzione del significato in quella che a prima vista appariva come pura forma. Il secondo gruppo contempla invece lavori di marca più propriamente costruttivista, che richiamano, con le loro logiche formali, archetipi universali della vita, della morte e del rapporto tra volontà e destino. Ulteriore tratto unificante sarà la mancanza di colore, la scelta di affidarsi unicamente al bianco e al nero; scelta non meramente formale, ma legata alla profonda simbologia della dialettica
tra due possibilità.
Kevin McManus