Parla Piano – di silenzi e di censure

Arte

Largo Giorgio Maccagno, 28, Roma, RM, 00136, Italia
27/05/2022 - 16/07/2022

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Parigi, 10 dicembre 1948
Articolo 1:
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 2:
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.

In un mondo ideale questa esposizione non avrebbe ragione di esistere.
Perché la censura, lo scherno, la delegittimazione o lo screditamento non metterebbero a tacere nessuno. Perché i diritti inalienabili sarebbero garantiti e nessuno, quindi verrebbe ucciso per difenderli.
Parla piano - di silenzi e di censure nasce invece per essere un piccolo e doveroso omaggio a quei personaggi considerati “scomodi”, figure con una visione del mondo utopistica, sognatori impopolari o semplicemente amanti della giustizia e dell’uguaglianza di tutti gli esseri umani.
Statisti, uomini di fede, intellettuali, personaggi del mondo dello spettacolo, uomini politici, papi, giornalisti, atleti, artisti; tutti accomunati dall’aver vissuto o dall’essersi espressi fuori dal coro. Martiri, ovvero testimoni – probabilmente in molti casi loro malgrado – di un tempo che ancora, duemila anni fa come oggi, non tutela le minoranze o non consente al dissenso di esprimersi. Per non parlare della maldicenza, degli errori giudiziari, di certi silenzi di chi ha preferito voltarsi dall’altra parte diventando complice di assassinii.
Il colore della pelle, l’orientamento sessuale, il pensiero politico, la scelta di denunciare anziché tacere, il desiderio di verità e di giustizia o un ideale non canonico sono stati la loro “colpa”.
A loro Carlo Inglese, nelle sue tele, dopo aver sapientemente mescolato a manifesti e carte varie dripping, bitume, calce e bruciature, tappa letteralmente la bocca con una croce rossa sulle labbra. Ci piacerebbe che almeno qui, in questo piccolo spazio, si possa rendere loro giustizia anche solo con un ricordo e un sentimento di riconoscenza.