Personale di pittura di Tino Signorini ” In Attesa dell’alba”
Arte
Galleria Elle Arte, via Ricasoli, 45 , Palermo, Palermo, 90139, Italia
10/02/2018 - 03/03/2018
Il percorso artistico di Tino Signorini (Tripoli di Libia, 1933) è un lungo, sofferto, viatico notturno che porta alla scoperta dell’alba. La notte per lui non è il regno dell’incertezza e degli incubi, non soltanto, è soprattutto momento prediletto, quel limbo a metà tra la fine del buio e l’inizio del giorno, quando tutto tace e la mente può sorvolare indisturbata sulla realtà. La notte è la condizione necessaria affinché risorga l’alba, giorno dopo giorno, come un’araba fenice. La speranza si rigenera e la luce sorprende il buio, all’improvviso.
Attraverso una selezione di lavori, dagli esordi ad oggi, (soltanto alcuni della vastissima produzione dell’artista), la Galleria Elle Arte vuole rendere omaggio ad un maestro dell’arte contemporanea siciliana, ponendo l’accento sulle sue indiscusse qualità umane e artistiche, meritevoli senza dubbio di un riconoscimento.
Il processo creativo di Signorini si intreccia inevitabilmente con la vita, con le esperienze sofferte dell’espatrio, della guerra, della perdita delle radici e della difficile ricerca di nuovi approdi sicuri. La notte e la luna sono compagne di un viaggio solitario, tra le strade palermitane, tra le campagne e le periferie, alla ricerca di quel barlume di luce che nella vita come nell’arte gli ha sempre dato la forza di andare avanti.
La tecnica è quella consolidata nel tempo, attraverso l’esperienza, e divenuta oggi cifra stilistica di un modo di costruire l’immagine per campi di ombra, attingendo alla materia stessa di cui è fatta la notte: l’inchiostro, il carbone, la creta nera, il contè.
Dall’intenso monotipo del 1985 il paesaggio naturale si evolve modulando tre elementi principali: l’ombra, la massa scura che contiene la notte; la luce, che dall’ombra scaturisce come un’epifania; e la linea, traccia di una presenza nell’assenza. Lo stesso paradigma si ripete negli scorci di periferie, nelle case abbandonate o negli interni silenti. Campiture scomposte di ombre e di luci sono attraversate da linee, rette o incerte, segni che definiscono, che ancorano la realtà nell’evanescente atmosfera della notte. Così è in Spiaggia del 2000 o Paesaggio d’inverno del 2014, e man mano che l’artista viandante procede in questo suo cammino, un nuovo elemento interviene nella composizione: il colore. Come per il buio, le campiture di colore non sono definite ma rarefatte, luminescenze astratte in atmosfere sature di ombra. Nero e colore, assenza e presenza di luce, elementi opposti che convivono in una stessa immagine dal potere rivelatore. Dal contrasto nasce la bellezza come dalla notte nasce l’alba.
Piccolo porto, creta nera e tecnica mista su carta del 1999: è qui che dal buio della città addormentata, dalle acque di un mare nero che divide, sorge timida la nuova alba del colore, dalle tonalità pastello del cielo azzurro che si mischiano al grigiore diradandolo.
Come fuochi d’artificio i bagliori cromatici esplodono dietro ai muri sbrecciati, sulle finestre illuminate, sui cartelloni pubblicitari, sulle tavole imbandite di interni domestici o nello studio dell’artista, in interni doppi che restituiscono il fascino della citazione, del quadro nel quadro.
Alla fine del percorso espositivo Signorini trova la sua alba, In attesa dell’alba, creta nera e tecnica mista del 2016. Il paesaggio del 1985 è arricchito di elementi, di materia cromatica, l’ombra del cespuglio non è più soltanto nera, ma si illumina di verdi e di gialli, il cielo di un azzurro tenue dirada nella nebbia dell’orizzonte, verso la luna che presto farà posto ad un nuovo sole.
Come l’Agilulfo di Calvino, a quell’ora dell’alba, in quel limbo incerto di tutte le cose, anche Signorini sente il bisogno di applicarsi in un esercizio, quello creativo, di sentirsi di fronte le cose come un muro massiccio al quale contrapporre la tensione della sua volontà, la potenza della sua creatività. La pratica dell’arte diventa dunque il mezzo, il cavallo fedele con cui Tino attraversa la notte, la memoria, la vita, per raggiungere ogni giorno una nuova alba, la sua.
Valentina Di Miceli