Pre / testi di fotografia

Fotografia

Galleria d’Arte XXS. Aperto al contemporaneo. Via XX Settembre,13, Palermo, PALERMO, PA, 90100, Italia
23/09/2024 - 29/09/2024

La Mostra “Pre / testi di fotografia” della Scuola siciliana di fotografia, in continuità
storica con la funzione sociale dell’arte, contribuisce con le opere minimaliste a
rappresentare in una Mostra di “non solo fotografia” il disagio diffuso che soffoca oggi ogni
voce etica, libera e critica preoccupata per le guerre, per l’ambiente, per la povertà e per la
libertà in generale. Al Gigantismo del Murales la fotografia aggiunge una voce sussurata
all’orecchio con graffiti artistici su pergamena di piccolo formato in cui il Murales è un pre-
testo fotografico da cui il fotografo parte per esporre la propria anima “Graffiata” non più
come reporter silente ma come testimone di verità coinvolto e/o sconvolto.
22 Artisti e 130 opere fotografiche divise in due settori: il piccolo formato fotografico e
opere in pergamena a tecnica mista come sviluppo interiore dell’arte fotografica.
Tra tutte le arti, la fotografia è, senza dubbio alcuno, quella che più delle altre sente
l’esigenza di rappresentare la storia passata e presente di luoghi e persone e di
costituirne memoria per il domani.
Se nel 1922 il muralismo messicano testimonia l’evoluzione sociale del paese, dopo
la Rivoluzione zapatista, con opere imponenti come quelle di Diego Rivera che si
focalizzano sulle condizioni dei peones messicani e che arriverà poi nel 1933 a fare
infuriare Mr. Rockfeller che gli aveva commissionato, per il suo grattacielo, un enorme
murales intitolato ”L’Hombre controllador de l’universo“ in cui però Rivera incluse il ritratto
di Lenin. Rockfeller per questo si infuriò al punto di far cancellare l’opera (ma restano le
fotografie della stessa) e di Diego Rivera non si sentì più parlare per dieci anni. Nel
frattempo, il MoMA di NY ospita la Mostra “Murals by American Painters and
Photograpers” e la fotografa Margareth Bourke-White realizza nel 1934 per l’NBC Studios
il più grande murale del mondo (49 mt. per 11 gigantografie).
In questi tempi odierni in cui il dissenso artistico e di “cronaca” sono spesso
mortificati da leggi “nostalgiche” illiberali, repressive e punitive degli strumenti di ”libera
espressione” che hanno permesso nel Novecento la pacifica evoluzione culturale della
società mondiale, i Murales (e non solo) gridano dalle facciate dei palazzi di molte città
nel mondo, da Los Angeles a San Francisco, da Parigi a Palermo, i malanni sociali e le

disuguaglianze che sono una parte della storia dei luoghi che li ospitano e che avvengono
sulle spalle, una voltà di più, di milioni di innocenti.

L’allestimento:
Il percorso parte da due graffiti datati della Vucciria che danno una immagine abbastanza
stereotipata di Palermo e della Sicilia nel mondo; due ritratti di Al Pacino e Marlon
Brando nel film IL PADRINO di F. F. Coppola. Il percorso si conclude con uno di questi
ritratti “graffiato” artisticamente dall’autore a indicarne il disvalore affiancata da una
immagine analoga fortemente simbolica prodotta dal fotografo Toti Giaccone , nipote di
quel Paolo Giaccone, Patologo legale, eroe civile e vittima dell’arroganza mafiosa che per
anni ha inflitto la pena capitale arbitraria a chi non si è sottoposto alle sue perverse
logiche. Nel mezzo la vita quotidiana, la street, i quartieri, i graffiti, l’evoluzione di un
Popolo che è stato in grado, giorno per giorno, di distaccarsi da quei disvalori e di aprire
un processo, anche sociale, che ha prodotto il rifiuto morale all’obbedienza mafiosa e la
rivalutazione delle problematiche ambientali e sociali. Un ulteriore elemento su cui
riflettere è, tuttavia, la circolarità della visione: l’unico accesso alla Galleria impone
comunque in uscita un ultimo sguardo alle opere in ingresso.