SCOPPIO

Arte, Arti Performative

Scoppio, 05021 TR, Scoppio, TR, 05021, Italia
26/09/2020

Solitamente la parola incursione indica «un’operazione di temporanea penetrazione nel territorio nemico condotta da piccoli gruppi di specialisti per compiervi, di sorpresa, distruzioni o azioni di disturbo» (Treccani). Nel linguaggio figurato ha in sé il carattere di un’azione di prevaricazione violenta volta al superamento di un ostacolo o avversità che si frappone al raggiungimento di un luogo, di un ingresso non accessibile, più astrattamente di un obiettivo di qualsiasi tipo. Si tratta etimologicamente, di una “corsa contro” qualcosa o qualcuno. Tuttavia l’uso familiare della parola la rende associabile anche ad una situazione di sorpresa o imprevedibilità di un accaduto e dunque diciamo anche, più ironicamente, “ho fatto un’incursione a casa di”.

Scoppio è un’incursione in questo senso. Un gruppo di artisti (Federico Arani, Simone Bacco, Gabriele Ciulli, Ginevra Collini, Bianca D’Ascanio, Giorgia Errera, Andrea Lo Giudice, Andrea Mauti, Giordano Tricarico) si appropria di un luogo, un borgo abbandonato in provincia di Terni, per cogliere di sorpresa lo status quo di dimenticanza che lo contraddistingue. Scoppio (in latino scopulus, ovvero rupe/roccia/scogliera) ad oggi risulta un complesso di ruderi – dalle strutture risalenti all’epoca romanica, al XV e XVI sec. –completamente disabitato sui Monti Martani, massiccio montuoso dell’Appennino umbro-marchigiano tra Terni e Perugia. Su wikipedia compare un solitario 8 compreso di punto interrogativo accanto al possibile numero di abitanti individuabili nei pressi della zona. In realtà sembra che il luogo non abbia mai avuto una vera e propria popolazione in senso stretto, se pensiamo che comunque nel 1750, stando agli unici dati individuabili, vi dimoravano solamente 25 famiglie.

Un’appropriazione del luogo per far rivivere il suo genius loci vedrà Scoppio protagonista di un’incursione artistica che perde i toni aggressivi della parola in sé e acquisisce i caratteri di un happening che avrà luogo nel pomeriggio di sabato 26 settembre dalle ore 16 alle 19 ore.
Performance, installazioni, pittura e scultura abiteranno tutto il complesso abbandonato del borgo, agendo e dialogando con tessuto urbano restante (dai ruderi delle vecchie abitazioni, alla chiesa romanica, al suo campanile).
Testi di Giulia Giambrone