Scuciture | Caloma Festival
Arte
Fondazione Le Costantine, Via Costantine, Uggiano La Chiesa, Lecce, 73020, Italia
25/07/2025 - 27/07/2025
Esistono confini che non si vedono. Linee sottili che separano e proteggono luoghi, persone, rituali, abitudini. SCUCITURE è il titolo della sezione del Festival Caloma che, dal 25 al 27 luglio, ospita gli artisti in residenza nel borgo pugliese di Casamassella e che sono stati invitati sconfinare, ad attraversare e riscoprire lo spazio domestico e di comunità, i rituali, le storie che si sono stratificate nei secoli, le memorie tessili, le creature reali e immaginate che abitano il territorio.
Come sosteneva Georg Simmel (1908), le cuciture e le scuciture sono un tentativo di allargare i propri confini, di sfiorarli, abitarli, renderli fertili e farli diventare atti generativi, di prendersi un tempo, di cercare e stare in un campo sensibile di prossimità, così SCUCITURE, a cura di ECCOM, restituirà gli esiti delle residenze degli artisti come un insieme di fili e relazioni legano patrimoni, storie, persone, paesaggi in una tessitura continua.
Gli interventi saranno diffusi nelle tre giornate tra il borgo e il bosco della Fondazione Costantine e coinvolgeranno gli artisti: Giuseppe De Mattia, Raffaele Fiorella, Alice Padovani, Claudia Losi, Alessia Rollo, Juan Sandoval, Claudia Pajewski, a cura di ECCOM.
L’intervento di Sead Kazanxhiu è a cura di Cijaru e la sezione “Selvatica, visioni di paesaggio” che confluirà nel festival, con Enrica Ciurli e Marta Valiani è a cura di Oikos, in cui ci sarà anche una mostra dedicata al lavoro di Grazia Cariddi, una straordinaria novantenne che ha dato vita a centinaia di disegni che raccontano frammenti di vita, scene quotidiane del borgo, creature fantastiche, santi, personaggi reali e immaginati, una custode del tempo e dei tanti mondi possibili che possiamo abitare.
Il progetto Casamassella - Borgo delle Tessitrici parte dalla storia delle donne, le tessitrici, ed esplora la forza di un racconto corale, in cui l’arte indaga i riti quotidiani, gesti radicati, la sapienza del fare, la trasformazione della vita rurale e la densità poetica del bosco.
Ogni artista in residenza si confronta con uno spazio di intimità, di relazione fatto di gesti, di storie, di sapienza, di tessiture, di risonanze profonde, di rituali, come le Tavole di San Giuseppe.
Alcuni dei lavori prendono vita da un dialogo con gli archivi Le Costantine e De Viti de Marco – Starace. Tessuti, disegni, fotografie, lettere, campionari, ricettari, registri poetici delle lavoranti del laboratorio di tessitura, racconti di una storia di autodeterminazione femminile, pedagogia montessoriana, ecologismo e pensiero steineriano che nasce agli inizi del Novecento e continua ancora oggi ad essere fonte di ispirazione. Un’immersione nei ritmi, nelle storie e nelle trame quotidiane del borgo, un insinuarsi nelle sue maglie relazionali, nei ricami, come gesto di ascolto attivo e presenza incarnata.