Se è Linea è dentro
Arte
Via Brusuglio, 43, Milano, MI, 20161, Italia
18/11/2025 - 30/11/2025
Spazio Parallelo, Milano, ospiterà la prima bi-personale degli artisti Cristina de Pedrojuán (1997 Aranda de Duero, vive e lavora a Milano) e Giovanni Tronfi (1998 Pisa, vive e lavora a Milano).
Il dibattito sulla validità di un punto comparve in contemporanea alla nascita della competizione.
Definire cos’è concesso e cosa no è un principio fondante di qualsiasi comunità o gioco, ed è anche il fulcro della ricerca dei due artisti in mostra.
Nell’interpretazione di un prodotto artistico, è spesso difficile riconoscere la linea tra il lecito e l’illecito, tra l’idea e la realizzazione, tra l’arte e l’artigianato. La mostra “Se è linea è dentro” non ha l’ambizione di ridefinire niente, ma di porre delle domande sui confini dei significati e mettere a disposizione un terreno di gioco le cui regole sono dichiaratamente omesse. È in quest’ottica che le opere intendono cedere un po’ della propria comunicazione per lasciare più spazio all’interpretazione, acquisendo le proprietà di una nuova gioiosa scoperta, godendo e prosperando di maggiore interpretazione personale e interazione da parte dei visitatori.
Impegnata in installazioni così colorate da donare alla materia inerme un fresco e vibrante movimento vitale, Cristina de Pedrojuán rende tangibile il passaggio da Homo Faber, che svolge attività per il beneficio del corpo, a Homo Ludens, che svolge attività per il beneficio della mente. Nelle sue irrefrenabili competitività e gioia infantile, la ricerca di de Pedrojuán trova il proprio apice nella costruzione di apparati con cui è possibile cimentarsi e scherzosamente inventare nuovi metodi per uscirne vittoriosi. Coronato da un’estetica vaporwave e low poly, il gioco si fa carico di rompere la quarta parete, promuovendo i presenti da spettatori a partecipanti e ribadendo l’idea non solo che il gioco esista a priori della cultura e dell’intervento umano, ma che questo sia un fondamentale strumento di riflessione e progressione per la società intera.
Giovanni Tronfi è invece interessato al superamento di altre linee, che sono quelle della memoria e dell’interpretazione immaginifica. Il suo è un movimento oscillatorio tra numerosi registi linguistici che spaziano nella sua opera, dalla pittura alla scultura, fino al sound design. L’utilizzo di forme che saltano alla memoria come “conosciute” non va intesa come superficiale citazione del passato, ma come la dichiarata libertà che l’artista si concede nel sottrarre oggetti dal loro contesto ed attribuirgli una funzione nuova, in una macchina del tempo che ascolta gli echi antichi ma attribuisce loro una nuova e giovane rilettura.
Testo a cura di Giovanni Tronfi e Piano A





