Tessuti Umani

Arte, Musica

via Arena alla Sanità 5, Napoli, Na, 80120, Italia
02/10/2025 - 25/10/2025

la mostra TESSUTI UMANI di Rosaria Corcione a cura di Valentina Rippa con la direzione artistica e organizzativa di Luisa Corcione ha luogo negli spazi dell’Acquedotto Augusteo del Serino. L’iniziativa è promossa e finanziata dal Comune di Napoli nell’ambito del progetto “Visioni contemporanee” parte della programmazione di arte contemporanea 2025. intende sensibilizzare il pubblico sulla crisi ecologica e il problema dell'inquinamento da microplastiche e allo stesso modo rendere evidente la capacità del processo artistico di restituire bellezza.
Partendo da questo presupposto, l’artista Rosaria Corcione, realizza un progetto espositivo che fin da subito si presenta come un viaggio nel cuore della materia e della memoria. All’interno del suggestivo spazio dell’Acquedotto Augusteo, sito archeologico romano, ventre antico che un tempo accoglieva l’acqua, linfa vitale della città, l’artista da vita ad un’istallazione che evoca nella sua realizzazione lo strato epidermico, la pelle, tessuta con gesti che sembrano rimandare al respiro della materia viva.
Parte integrante dell’opera che restituisce l’immagine di una superficie sospesa la cui trama irregolare e vibrante, assume la forma di una membrana organica, è il raffinato lavoro di composizione elettroacustica, elaborato da Marco Vidino che crea un paesaggio sonoro traducendo il pensiero dell’artista in frequenze, risonanze e modulazioni. A completare il tutto il video di Upsaid production, che traduce in immagini il concetto dell’opera, frammenti e sovrapposizioni costruiscono una narrazione visiva che, dalla goccia al mare, ne amplifica il senso. Il risultato è una vera e propria esperienza immersiva di conoscenza di un processo di trasformazione e di evoluzione che ha nell’acqua il suo elemento costante, bacino di elementi da trasformare ma allo stesso tempo di vita da preservare. In tal senso l’artista colloca all’interno dello spazio sculture, gabbie toraciche attraverso le quali da un lato rimanda al pubblico la percezione del fragile confine tra vita e dissoluzione, dall’altro evidenzia il valore della gabbia come luogo di conforto, accoglienza dove sono collocati gli organi principali per la vita, dai polmoni al cuore.