Vedersi da fuori, vedersi da dentro

Arte

San Marco 71/c, Venezia, VE, 30124, Italia
11/05/2023 - 25/06/2023

Vedersi da fuori. Vedersi da dentro

Nicola Bindoni, Ornella Cardillo, Shengyi Chao, Damiano Colombi, Ludovico Colombo, Daria Dmytrenko, Guo Qikai, Arianna Marcolin, Cecilia Mentasti, Lorenzo Servetti, Matteo Trentin, Chiara Ventura, Riccardo Vicentini, Keer Weng e Zgjim Zyba

a cura di Angel Moya Garcia

Immersi in una realtà che muta costantemente, senza sosta, in cui i processi di adattamento stentano a seguire le innumerevole trasformazioni, alterazioni e variazioni dei nostri comportamenti e delle nostre abitudini, gli stati di animo diventano sospesi e imprevedibili e le inquietudini esistenziali amplificate. La staticità, il ristagno o l’immobilismo che ha caratterizzato gran parte del nostro passato contrasta con un futuro incerto, dai contorni sbiaditi e precari, e con un presente che non riusciamo a cogliere prima che questo ci sfugga definitivamente. Un frangente storico e culturale in cui lo sguardo sul mondo esterno, dilatato digitalmente, si contrae verso una sfera intima che diventa una lente di ingrandimento per percepire o descrivere la quotidianità che ci circonda. In questo senso, le relazioni con sé stessi e con l’altro, l’abitare un determinato contesto, il rapporto con il proprio passato e le aspettative rispetto al futuro originano spesso un’instabilità che non tutti siamo in grado di sostenere. Uno stato di fragilità in cui le intenzioni e le intuizioni si declinano in tentativi di fuga verso un altrove impossibile da delineare oppure in esasperati esperimenti di classificazione, catalogazione e archiviazione per cercare di afferrare il qui e ora, per tentare di stabilire coordinate di riferimento, per trattenere qualunque certezza e per cercare qualsiasi sicurezza.

In quest’ottica, la mostra che presenta le ricerche dei residenti della Fondazione Bevilacqua La Masa 2022/2023 viene concepita come una sequenza di ambienti, nell’intento di restituire un racconto plurale di ricerche, formalizzazioni e linguaggi, che vanno dalla pittura all’installazione, dalla scultura al disegno e dal suono alla performance, per rispondere a queste problematiche. Un tentativo di registrare l’inafferrabile, analizzare il rapporto con l’alterità, scrutare la propria autobiografia escludendo autoreferenzialismi, indagare i lati nascosti e scontornati della propria identità o stabilire un ordine nell’ambiente circostante con cui i quindici artisti presenti si assumono la responsabilità di delineare un punto della situazione.

Una pluralità di esigenze che si distribuiscono per lo spazio, si intrecciano e si intersecano senza soluzione di continuità, senza fratture e senza rotture, per delineare un percorso in cui si origina una narrazione inedita. Accomunati solo dall’eventualità fortuita di trovarsi a condividere uno spazio, uno studio, un tempo limitato di condivisione della propria pratica, i quindici artisti residenti invitano i visitatori a prendere parte in quest’anno di ricerca. Allo stesso tempo, aprono degli interrogativi sulle abitudini, sullo sguardo, sul modo di interpretare, leggere e decodificare una mostra in cui, nonostante le ricerche siano molto eterogenee e declinate in molteplici modalità, ritroviamo l’urgenza e la necessità di scoprire un luogo esperienziale personale che viene condiviso per poter relazionarsi, confrontarsi, definirsi, emanciparsi.