I versi del capitano/ Pablo Neruda e l’Italia

Fotografia, Altro

Aula Magna del Palazzo Baronale di Sipicciano (VT), Sipicciano, VT, 01020, Italia
21/08/2018 - 31/08/2018

In Italia la figura di Pablo Neruda è sempre stata amata, sia per la forza e la profondità dei suoi versi, sia per il suo fondamentale legame con il Paese dove giunse esule alla fine degli anni quaranta.
«Non dimenticherò la folla romana che nella stazione, di notte, mi strappò dalle mani della polizia persecutrice. Come dimenticare il gesto guerrigliero di Guttuso, il viso di Giuliano, l'onda d'ira, il colpo sul naso dei segugi... Non dimenticherò il piccolo ombrello di Elsa Morante che si abbatte su un petto poliziesco come il pesante petalo di una forza fiorita». Sono i versi di «La polizia», in cui Pablo Neruda ricorda il clamoroso episodio avvenuto a Roma il 12 gennaio 1952: il blocco, alla stazione Termini, del treno che doveva portarlo alla
frontiera in seguito alla sua espulsione dall'Italia.
Neruda arriva in Italia per la prima volta alla fine del 1949, dopo un'avventurosa fuga a piedi attraverso la Cordigliera andina, inseguito dall'ordine di arresto del presidente cileno Gonzalez Videla a causa della sua militanza nel partito comunista. Dopo il blocco dell'espulsione dall'Italia, avvenuto grazie all'intervento di politici, artisti e scrittori, si trasferisce a Capri insieme alla sua ultima compagna Matilde Urrutia e nei mesi trascorsi sull'isola scriverà alcuni dei suoi versi più belli e scriverà memorabili versi, raccolti in “Los versos del Capitan”, che ispirò “Il Postino”, il romanzo di Antonio Skarmeta pubblicato nel 1986 e divenuto celebre per la trasposizione cinematografica realizzata da Massimo Troisi nel 1994.
I suoi soggiorni in Italia continueranno nel corso degli anni, da Napoli a Roma, da Firenze a Torino. Di quegli anni e di quei viaggi la mostra racconta anche i rapporti con gli amici italiani, con i traduttori e gli editori, con una terra che apprese ad amare. Ama gli abitanti del Belpaese: «Io per le strade, per i monti andai. Le vigne mi coprirono con la loro tunica verde, assaggiai il vino e l'acqua, nelle mie mani volò la farina, scivolò l'olio, ma è il popolo d'Italia il prodotto più fine della terra», come testimoniano le fotografie di Antonello Trombadori, che ritrae il poeta in Campidoglio insieme a Carlo Levi, Luchino Visconti, Alberto Moravia, Elsa Morante e Fulvia Trombadori.
Dedicare una mostra a Pablo Neruda non è solo un modo per rendere omaggio a uno dei più importanti poeti del nostro tempo, ma intende anche raccontare la vita di un grande uomo, che ha fatto della poesia lo strumento per guardare al mondo, per conoscere e raccontare la realtà, dall'amore alla politica, alla giustizia, ispirando molte generazioni.
In data ancora da definire ci sarà la proiezione del film “Il postino”.
Il 31 agosto alle ore 20.00 nella Cappella Baglioni ci sarà un concerto del Trio musicale latinoamericano Avenidamerica.
La mostra ha il patrocinio del Comune di Graffignano (VT), dell’Università Agraria di Sipicciano (VT), dell’Ambasciata del Cile in Italia, dell’Istituto Italo-Latinoamericano di Roma e dell’ARCI di Viterbo.