VIDICON 1980/81

Fotografia

Gogol'Ostello Spazio Culturale V.le Bligny, 41, 20136 Milano MI, Milano, MI, 20136, Italia
20/05/2025 - 27/05/2025

Viene proposta la Mostra fotografica di Cesare Gualdoni VIDICON 1980/81 con immagini vintage scattate durante le serate performance.
All’Opening di martedì 20 maggio, sarà presentato il libro auto prodotto VIDICON MILANO.
Con il reading teatrale dell’intervista a Arturo Reboldi e Elisabetta Fedrigo, i due maggiori animatori del spazio insieme a Claudi Belforti che spesso partecipa alle presentazioni, interpretatati a rotazione dagli attori Giulio Ferrari , Mathieu Renaudat, Viola Francesconi, Davide Rui e Giulia Montessoro, e riportata sul libro, si riesce a dare la visione di quella fantastica esperienza.
Completa l'atmosfera il DJ SET curato da Davide Pandini, il più giovane del gruppo, insieme a Stefano Bonaretti si occupava della parte musicale.

Il VIDICON è stata una delle esperienze più importanti della Milano underground dei primi anni Ottanta. Uno spazio aperto e autogestito all’interno della casa occupata in via Correggio 18 a Milano. Un collettivo di giovani artisti, in cui musica, video arte, performance, fotografia, installazioni ed eventi hanno convissuto intensamente durante gli otto mesi della sua esistenza.

“Ma oggi, a chi chieda a che serve questa storia, a chi domanda perché ritornare a guardare queste foto, e ripercorrere quelle vicende, dobbiamo rispondere: perché è molto importante, non per noi e per i nostri ricordi, ma per voi e per il vostro futuro.
Questa storia
non è un modello, ma un detonatore, una scintilla che può spegnersi oppure far scattare
qualcosa. Può succedere ancora qualcosa? Certamente sì. Le ideologie da cui liberarsi non sono finite, tutt’altro: sono cambiate, ma la loro supremazia immaginaria non è mai stata così forte, dal (presunto) ecologismo radicale alla iatrocrazia dominante, fino al pensiero completamente unificato, sempre buono, sempre inclusivo, sempre dalla parte giusta, che disegna una prospettiva di controllo letteralmente terrificante.
Ecco, io spero che ripensare a quegli anni, nei quali noi abbiamo provato a liberarci da un
cappio altrettanto soffocante, possa servire non solo come esempio, ma come uno stimolo, come qualcosa che possa far succedere altro: come un dispositivo.”

Marco Senaldi