Neo-Quechquémitl
Arte
Via Flaminia 58 , Roma , Roma, 00195, Italia
01/07/2019
Artista Ismael de Anda
a cura di Camilla Boemio
L’artista per la prima volta espone in Italia. Per questa performance dialogherà con il pubblico per realizzare, con coloro che saranno interessati, un proprio quechquemitl che potrà essere indossato e/o collocato sul muro della galleria fino a comporre un installazione partecipativa. Il quechquemitl è un indumento della tradizione preispanica disegnato ed indossato dalle etnie indigene in Messico. Di solito consiste in due pezzi di stoffa rettangolare, spesso intrecciati a mano, che sono cuciti insieme per formare un poncho o uno scialle, che di solito è appoggiato sulle spalle. Per la performance il suo design sarà più minimale e avrà le spalle più accentuate, conferendogli un accento futuristico, come gli abiti di fantascienza indossati dai protaginisti di Star trek o dai Jetsons.
L’azione di De Anda sarà di trascorrere un pomeriggio, di circa tre ore, nella galleria fornendo la carta decorativa e il tessuto al pubblico in modo tale da potere creare e decorare insieme il proprio Neo-Quechquémitl come un souvenir. Indossato durante l'evento, diventerà un accessorio colorato e visivamente fashion ed un complemento multiculturale nella città.
Neo-Quechquémitl affronta gli atteggiamenti pregiudizievoli e anti-immigrazione di Donald Trump contro i popoli del Messico, dell'America centrale e dell'America Latina.
Neo-Quechquémitl celebra lo sfarzo, lo spettacolo delle cerimonie della cultura indigena precolombiana del centro e del sudamerica. L’artista non solo ne illustra il potenziale della tradizione folcloristica, ma ne introduce la forza di contributo alla cultura influente del presente con una proiezione verso il futuro e le nuove visioni del mondo. Questa idea abbraccia la celebrazione dell'evoluzione di culture importanti del passato inglobandone il loro viaggio nel futuro. Profondamente ispirata alla ricerca dell’artista, è anche il monitoraggio verso l’esperienza delle nuove culture in costante sviluppo a Los Angeles (la città dove risiede l’artista), ma anche rivolto a quelle non ancora previste ed in via di crescita nel confine tra gli Stati Uniti e il Messico. La performance rifletterà sui nuovi modelli di coesistenza, di pratica sociale, suggerendo dei concetti alternativi di arte, le cui visioni alternative riflettono nella città e nelle sue comunità in divenire.