ARTEMISIA GENTILESCHI, L’ARTISTA DEL TELOS: NUOVO LIBRO DI SIMONE FAPPANNI
Arte, Design, Arti Performative, Moda, Architettura, Fotografia
Palazzo Duemiglia, Largo Madre Agata Carelli 4, Cremona, CR, 26100, Italia
15/01/2022 - 15/02/2022
TI RACCONTO ARTEMISIA GENTILESCHI: UN NUOVO LIBRO DI SIMONE FAPPANNI DEDICATO ALLA GRANDE ARTISTA BAROCCA
CREMONA. "Ti racconto Artemisia Gentileschi. L’artista del tèlos" (90 pagine a colori, Euro 12) è il titolo del nuovo libro di Simone Fappanni, critico, storico dell’arte, uscito in questi giorni nella collana dei Quaderni di Palazzo Duemiglia. E proprio nell'antico palazzo si terrà la presentazione del volume, da sabato 15 gennaio alle 9,30. Si tratta di un volume agile, arricchito da numerose illustrazioni a colori, che vuole essere un’introduzione alla poetica creativa di un’artista per troppo tempo ingiustamente dimenticata e ora al centro di una fortunata serie di esposizioni in Italia e all’estero e di un vivace dibattito. Fappanni presenta questa figura attraverso un lavoro che si rivolge non soltanto agli esperti, ma anche a tutti coloro che desiderano conoscere o approfondire una personalità complessa che nel corso della sua esistenza è stata persino vittima di uno stupro, ma non per questo ha smesso di dipingere; anzi, ha trovato nell’arte il modo per emanciparsi in un contesto storico, quello legato all’epoca barocca, che relegava le donne ai margini del mondo delle Beaux-Arts. La lettura delle principali opere della pittrice romana si configura, quindi, come un viaggio alla scoperta di un talento assoluto, capace di dare vita ad immagini particolarmente evocative in grado di coinvolgere profondamente. Dai primi passi nella fiorente bottega del padre, Orazio Lomi Gentileschi, dove ha iniziato a mettere in mostra le sue doti creative cristalline, al doloroso processo per la violenza subita, fino ai soggiorni in Toscana, a Napoli, a Venezia e persino in Inghilterra, Artemisia ha sempre espresso un’arte con caratteri alquanto personali, riuscendo persino a guadagnarsi la fiducia di importanti committenti, grazie anche alla brillante capacità di gestire la diffusione dei suoi quadri. E seppure i suoi riferimenti principali sono stati, molto probabilmente, l’illustre padre e Caravaggio, peraltro mai imitati pedissequamente, ma anzi presi quasi “a modello” per plasmare il suo stile, ha realizzato una quadreria che si connota per un’ampia gamma di soggetti. Tant’è vero che la sua produzione spazia agilmente dal sacro al mitologico, passando per la ritrattistica, con particolare attenzione a quelle eroine del passato che sono diventate emblema di libertà, mentale prima ancora che fisica, in cui per certi versi pare di “ritrovare” – com’è stato fatto osservare dalla critica - la stessa Gentileschi che, dunque, è veramente, come indica il sottotitolo di questo volume, “l’artista del tèlos”. Info: fappanni71@gmail.com www.artislineblog.com
INTERVISTA ALL’AUTORE
Un altro libro su Artemisia?
«Dire un libro “diverso” su Artemisia, un compendio che vuole essere una guida, anche per i non “addetti ai lavori” per avvicinare una pittrice dal talento cristallino, per troppo tempo sottovalutata e dimenticata».
Per quali motivi?
«Le ragioni sono diverse e oggetto di discussione fra i critici. Le principali sono legate al fatto che, nel Seicento, era rarissimo che una donna potesse riuscire ad avere tanto successo nell’arte. Anzi, erano praticamente escluse dai consessi e dalle accademie che potevano spianare la strada ad ottenere importanti commissioni. Pertanto, dopo la sua morte, cadde nell’oblio. Inoltre, molti suoi lavori furono attribuiti al padre, Orazio Gentileschi. Non da ultimo, com’è noto, fu vittima di stupro e il processo che ne derivò ebbe un grande clamore. Venne addirittura torturata e sottoposta a pubbliche visite ginecologiche per “accertare la verità”. Lei confermò tenacemente di essere stata violentata. Purtroppo l’autore di questo atto inqualificabile ottenne una condanna ridicola, ovvero lasciare Roma, la città dove lavorava. E l’opinione pubblica, per usare un termine moderno, non si schierò con lei, tant’è vero che si guadagnò l’ingiusta nomea di persona poco seria».
Come ha influito su Artemisia questo fatto?
«Il trauma dello stupro e quello di un dibattimento conclusosi sostanzialmente a suo sfavore ha condizionato non solo la sua vita ma, secondo una parte della critica, m anche una parte della sua pittura, come ad esempio la violenza presente in una delle sue tele più famose, Giuditta che decapita Oloferne, di cui conosciamo due versioni di mano certa, una conservata a Capodimonte, l’altra agli Uffizi».