BECOMING VOICES – Recognizing unproductivity

Arte

Via Vescovado 5, Cesena, FC, 47521, Italia
08/10/2022 - 23/10/2022

Diversamente da quanto avveniva durante fasi precedenti di sviluppo dei modelli produttivi, all’interno delle quali la corporeità dell’individuo era luogo privilegiato ed esclusivo di estrazione valoriale, a partire dalla fine del secolo scorso l’asse si è spostato in direzione di una dimensione immateriale del lavoro, inglobando e producendo nuove dinamiche. Il principio di accumulo, storicamente alla base del sistema capitalista classico, assume una nuova conformazione con l’intento di mettere a valore ciò che precedentemente non generava profitto. Nella produzione contemporanea di beni e servizi, le caratteristiche delle dinamiche lavorative postfordiste di temporaneità, flessibilità, narrazione dell’imprenditoria del sé e della scissione della dicotomia tempo-lavoro, hanno generato disturbi e psicopatologie nella società. Il punto di partenza della mostra è un’analisi della struttura del capitalismo biocognitivo, termine coniato per indicare l’odierna fase del sistema, all’interno della quale l’intera vita viene posta a valore nel paradigma di accumulazione di corpi, risorse e conoscenze. Premesse fondamentali per quella che Andrea Fumagalli ha definito sussunzione vitale: il concetto di attività produttiva appare modificato attraverso un’erosione delle differenze tra lavoro e vita, pubblico e privato, coinvolgendo la sfera relazionale, sentimentale e soggettiva dell’individuo. Partendo da spunti teorici di autorɜ prendentɜ a modello prospettive ibride, il lavoro del duo formato da Noa Bonino e Guillermo de Cabanyes e di Luca Marcelli Pitzalis aiuta a leggere criticamente tale porzione del nostro presente. Il progetto da un lato intende problematizzare il criterio limite della latente interiorizzazione collettiva delle strutture di potere e della consapevolezza dei mezzi di autodeterminazione soggettivi dall’altro. La ricerca deɜ artistɜ presentatɜ reca i tratti di una riappropriazione corporea e di pensiero in prospettiva di una sottrazione al paradigma produttivo, sondandone gli aspetti più intimi in un processo di allontanamento da una concretizzazione formale che tarda ad affermarsi e non confluisce nell’atto; di un’immobilità che vuole essere resistenza e che contemporaneamente si interroga sulla sua stessa efficacia; di un linguaggio poietico solamente nell’istante in cui diviene universalmente privato. Un divenire voce per costruire contro narrazioni possibili.