BELLEZZA & ALTERITÀ nelle società digitali

Fotografia

piazza Kursaal, Grottammare , AP, 63066, Italia
01/11/2025 - 17/11/2025

Questo lavoro analizza le trasformazioni della società contemporanea nell’era digitale, in cui nuovi elementi culturali influenzano creatività, produzione e comunicazione. La digitalizzazione, espandendosi rapidamente, modifica i concetti di tempo e materia, ridefinendo i rapporti tra individui, comunità e sistemi produttivi. Se da un lato essa favorisce connessione e scambio di informazioni, dall’altro può accrescere l’isolamento, incidendo profondamente sulle dinamiche relazionali e sociali. Secondo Bolter e Grusin, ogni medium è “rimediazione” di uno precedente: le tecnologie digitali rimodulano forme e contenuti, influenzando tanto i media nuovi quanto quelli tradizionali. Questo processo ha trasformato in particolare le arti visive e sonore, dando vita a pratiche come net art, installazioni interattive e realtà virtuale. La figura dell’artista digitale si aOerma oggi accanto a quella tradizionale, con un’evoluzione simile a quella che ha portato la musica elettronica ad essere pienamente riconosciuta. In questo contesto la comunicazione diventa cruciale. Algoritmi e piattaforme elaborano enormi quantità di dati e immagini, semplificando la divulsione delle informazioni e accrescendo la fiducia sociale nelle tecnologie. Al tempo stesso, la complessità comunicativa cresce, grazie all’uso simultaneo di canali diversi – dai social media alla televisione – che influenzano scelte, consumi ed economie. La digitalizzazione aziendale non è più un’opzione, ma una strategia indispensabile, capace di ottimizzare processi, ridurre costi e migliorare l’esperienza dei clienti. Tuttavia, forme di lavoro come lo smart working ridisegnano le relazioni professionali, con ambivalenti sulla socialità. La digitalizzazione ha un impatto duplice: può generare inclusione e nuove opportunità, ma anche nuove divisioni, soprattutto per la frattura digitale legata a competenze e accesso alle tecnologie. Allo stesso tempo, essa innesca una metamorfosi della materia, che da entità fisica diventa immateriale, ponendo nuove domande sul senso dell’arte, della bellezza e della memoria.
Il progetto indaga questi aspetti attraverso due sezioni. La prima raccoglie tre video che affrontano il tema dell’immortalità: il Fedone di Platone, con gli argomenti sull’anima; l’analisi di Pasolini sull’infelicità giovanile e i condizionamenti sociali; e la “Lettera sull’immortalità” di Gino De Dominicis, in cui il bosco diventa simbolo di memoria collettiva e rigenerazione. La seconda sezione propone immagini fotografiche che esplorano il concetto di bellezza e immortalità della coscienza, oscillando tra fedeltà al reale e trasformazione digitale. La fotografia, infatti, oggi si colloca in una tensione continua tra materia e virtualità: da un lato documenta il reale, dall’altro si smaterializza nel digitale. Interventi manuali come pittura o graffiature rappresentano un ritorno alla fisicità, opponendosi alla smaterializzazione. In questo doppio movimento, la fotografia diventa ponte tra realtà, memoria e simulazione. Il lavoro riflette così sulla bellezza come fenomeno complesso e poliedrico. Se un tempo essa era legata alla materia e a canoni oggettivi, oggi appare come percezione soggettiva, espressione di diversità e continua ridefinizione. La digitalizzazione amplia e trasforma questa esperienza, mettendo in dialogo tradizione e innovazione, fisico e virtuale, memoria e futuro. In conclusione, il progetto esplora l’impatto delle tecnologie digitali sulla produzione simbolica e culturale, interrogandosi sulla possibilità di preservare bellezza, memoria e identità in un’epoca in cui l’esperienza si fa sempre più mediata e immateriale.
Vito Sforza