CHARTAE
Arte
Via Consolato del Mare, 35, Messina, ME, 98122, Italia
02/04/2022 - 16/04/2022
Linda Sofia Randazzo
CHARTÆ
a cura di Mariateresa Zagone
“Attendi, che la più perfetta guida che possa avere e migliore timone, si è la trionfal porta del ritrarre di naturale. E questo avanza tutti gli altri esempi; e sotto questo con ardito cuore sempre ti fida, e spezialmente come incominci ad avere qualche sentimento nel disegnare. Continuando ogni dì non ti manchi disegnar qualche cosa, ché non sarà sì poco che non sia assai; e faratti eccellente pro.”
Cennino Cennini, Trattato dell’Arte
Ho voluto iniziare questo breve testo critico con le parole con le quali Cennino Cennini raccomandava agli artisti la pratica del disegno giornaliero e quella di avere come maestra la natura per introdurre alla lettura del cadeau che è costituito dalla sequenza di opere su carta dell’artista palermitana Linda Sofia Randazzo qui esposte: una mostra da me fortemente voluta a Messina e possibile grazie all’ospitalità della Libreria Mondadori e di Viviana Montalto.
Sarebbe però più bello poter iniziare questa breve trattazione a partire dalla straordinaria impressione avuta quando, un freddo sabato dello scorso gennaio, in preparazione di CHARTÆ, mi sono recata a Palermo per scegliere le opere da esporre e conoscere direttamente l’artista, il suo mondo, i suoi luoghi; ne verrebbe fuori un racconto di empatia, di anime che si parlano, di sorprese (le mie) al cospetto di una donna/bambina che incarna la polarità archetipica di Persefone/Kore, di un’artista pura come quelli che, nell’immaginario collettivo, potevano esistere solo nella Montmartre di fine Ottocento.
Linda disegna come per sfogare un' ossessione, fotografa con la macchina fotografica o con la retina, fotografa e disegna la realtà che ha fortemente scelto di vivere e mi mostra fogli su fogli tirati fuori da carpette alloggiate disordinatamente in ogni dove.
Questa mostra vuole indagare come nasce un' opera pittorica e proverà a sbirciare nella sua genesi tramite un percorso che ricostruisce una sorta di sketchbook, fogli di carta che provengono da album di schizzi sparsi sono qui ricomposti in una sequenza serrata, a tratti dialogica, sui pannelli appositamente predisposti fra i libri.
Il punto di partenza del mio progetto curatoriale e il nucleo del pensiero creativo di Linda Sofia Randazzo permettono ai visitatori di osservare da vicino la sua pratica quotidiana del disegnare. Cani e gatti si alternano a nudi di donna e di uomo, a bambini, a pescatori e, soprattutto, a bagnanti. La ripetizione e la leggera variazione dell'angolo di studio permettono all'artista di capire come si formano le percezioni e di sviluppare, poi, il suo registro pittorico. Si tratta di un vasto repertorio di grafiche, dalla matita al carboncino alla penna bic, mentre negli acquerelli e nelle chine Linda esplora l'interazione dinamica tra la linea e il colore in senso espressionistico. La mostra vuole offrire, a chi saprà coglierle, affascinanti intuizioni sul processo creativo di una pittrice palermitana che espone per la prima volta nella città dello Stretto.
Linda scrive anche molto e di sé dice:
“Ho dato grande importanza alla presa diretta dal vero e allo studio preliminare dei soggetti, a partire dalle centinaia di schizzi e disegni che ho raccolto negli anni. Un dato fondamentale su cui si basa la mia pittura è l'importanza della percezione visiva, anche quando catturo i miei soggetti con la fotografia… Appartengo sicuramente alla categoria dei pittori figurativi, realisti e maggiormente interessati alla pittura come riflessione soggettiva sulla realtà. Da tempo ho capito che il mio amore e ossessione per la rappresentazione dei corpi non nasce da una precisa capacità accademica di creare il corpo in senso classico, né dalla ricerca del virtuosismo in questo senso, ma solo da una libera passione e l'attenzione per la muta capacità dei corpi e dei gesti umani di esprimere ed evocare mondi sommersi di emozioni e di storie non dette. Quello su cui mi soffermo è il rapporto prossemico tra i corpi dei miei soggetti, colti nei gesti naturali e inconsci della quotidianità”.
L’artista affronta l’Universo intero nella Sicilia, paradigma del mondo. E’ l’immagine costante di un disegno determinato nell’espressione della linea tagliente, nel taglio di figure chiuse dentro atteggiamenti e posture tanto ovvi da essere emblematici. La sua Sicilia è densità universale che abbandona il transitorio, la tensione è sempre espressionistica, il disegno (e poi la pittura) scopre una critica, ironica consistenza che ritaglia, quasi incide con un segno deciso ma sintetico ogni gesto, ogni forma, ogni ombra, su sfondi che si articolano per sottrazione, quindi, per la maggior parte, bianchi o del colore della carta di volta in volta usata. E’ un espressionismo realista, morsa da cui è dolce lasciarsi stringere, che ha le sue origini nel grande Novecento siciliano, da occidente ad oriente, da Guttuso a Migneco e che, come ogni realismo, ha la presunzione, certamente inconscia, di incidere sulla realtà, una realtà fatta di gesti meccanici, quotidiani e ripetitivi ma che diventano eterni. In questi disegni bisogna cercare l’ostinazione di una intelligenza eminentemente visiva che usa il segno per esprimere rabbia, dolore, allegria, amore ed ogni altra forma di sentimento nel comporsi di una grafica inconfondibile. Il foglio diviene luogo di tensioni lineari soggette a una figurazione fortemente sintetica che hanno la loro dichiarata matrice nelle articolazioni grammaticali degli amatissimi Matisse e Picasso, mentre l’irruenza incisa e gridata dei nudi femminili e maschili sembra apparentata maggiormente a certi esiti dell’espressionismo tedesco dall’intrinseco erotismo.
Partanna, la marina di Mondello, le periferie palermitane, rappresentano il palcoscenico sul quale agiscono senza recitare i suoi soggetti. C’è la pinguedine delle sue donne che dopo ore dietro i fornelli, si rilassano sulla spiaggia in pose stravaccate, padrone di un tempo lento tutto siciliano, siciliane di scoglio che non si allontanano dalla sicilianitudine che diventa, ancora una volta, paradigma universale.
Ironia, forse sarcasmo, forse denuncia, forse tutto insieme, forse niente. Però le grassone nell’arte, e nella più nobile- vedi Rubens- stanno lì sempre ad indicarci che una cosa è il pensiero sofisticato degli intellettuali, altro il sentire della maggioranza. Il grasso “è salute” diceva mia nonna che aveva attraversato la guerra e di penuria, di cibo e di ciccia, ne sapeva. E poco importa se sono ninfe immerse in boschi ombrosi o fruttivendole dalle caviglie gonfie che la domenica, finalmente, vanno a stracquariarsi con tutta la famiglia a seguito, o un piccolo Dioniso (e come non ricordare le insolenti trasposizioni di Caravaggio!) che per l’occasione veste i panni di un picciotto bastaseddu che in un meriggio estivo col sole cocente tira calci ad un pallone in una strada di Brancaccio.
Mariateresa Zagone
L’artista
Linda Randazzo è nata a Palermo nel ’79, qui vive e lavora. Scenografa, costumista, performer, disegnatrice, ritrattista e pittrice. Lavora da più di 20 anni nelle arti visive, espone in gallerie private, musei, eventi e istituzioni dell’arte. Studia all’Accademia di Belle Arti Scenografia e si specializza in Pittura poi, a Milano, frequenta il Politecnico per un Master in Design per il teatro. Studia per due anni Storia dell’arte tra Palermo e Firenze, non conclude gli studi accademici ma si diletta a scrivere di arte, di pittura, a volte di letteratura; cura e progetta eventi e mostre indipendenti, collabora con artisti e curatori. Spesso lavora come illustratrice per alcune edizioni letterarie, ha condotto laboratori per bambini con associazioni di volontariato nei quartieri più difficili della città. Insegna privatamente disegno e pittura.