Continental Breakfast
Architettura
AMY D Arte Spazio, Via Lovanio 6, Milano, Mi(IT), 20121, Italia
08/05/2018 - 14/05/2018
La galleria Amy-d Arte Spazio presenta Continental Breakfast, a cura di Fosbury Architecture e IRA-C, con Plasticity.
Il progetto espositivo vede coinvolti tre gruppi di progettisti che hanno concepito 96 ore di esperienza domestica, con tre installazioni che dialogano con lo spazio e tra loro, esplorando il confine tra arte e architettura.
Continental Breakfast ha origine da un'indagine su Airbnb e il suo impatto sull’estetica domestica. Per assecondare il gusto globale e rendere la propria casa più attraente, gli utenti del portale di San Francisco si trovano spesso a uniformare lo stile della propria abitazione. La “colazione continentale” è metafora dell’appiattimento del gusto contemporaneo. Palette di colori, arredi e gadget sono omologati a immagini che invitano a ad “appartenere ovunque”, un’estetica definita nel 2016 dallo scrittore newyorkese Kyle Chayka, che l’ha chiamata Air Space. La diffusione di piattaforme digitali ha avuto inoltre enormi conseguenze sull’economia domestica. Ha facilitato l’invasione del lavoro nelle abitazioni e trasformato l’intimità familiare in mercanzia. I confini tradizionali di dentro e fuori, pubblico e privato, lavoro e tempo libero sono irrimediabilmente infranti. Lavoro, opera e architettura si mescolano in modo ambiguo. Si rivela una condizione fragile e liquida. La casa è il palco di quella performance che i filosofi francesi Deleuze e Guattari chiamano “territorializzazione”.
La risposta di Fosbury Architecture alla standardizzazione e degli spazi domestici è Ivo, uno spazio autenticamente privato, o meglio deprivato della presenza pubblica; Ivo è un complemento d’arredo inconsueto, a metà tra design e spazio unitario. È un oggetto eccezionale disegnato con il solo scopo di accogliere le idiosincrasie di chi lo occupa. Il prototipo è stato realizzato con il sostegno della fondazione olandese Abe Bonnema Stichting.
L’opera presentata da IRA-C si intitola Shades of Domestic Labour. Una video-installazione multicanale analizza le diverse forme di lavoro che si verificano nelle in ambito domestico: dal lavoro creativo al baby-sitting, dagli youtuber al lavoro non retribuito delle casalinghe, dalla produzione e consumo di dati al lavoro nascosto dei migranti. Su un grande tavolo sono disposti schermi di diverse tipologie e dimensioni. All’installazione hanno contribuito con il loro lavoro artisti e ricercatori come Matthijs de Bruijne, Lucia Dossin, Kurt Hollander e Silvio Lorusso.
L’installazione di Plasticity, The nice clean box has melted, agisce sullo spazio definito e rigido dell’architettura con l’inserimento di tende. Queste hanno una duplice funzione: da un lato definiscono una scena, labile e temporanea, per la performance (sia quella domestica
che quella dell’evento in sé); dall’altro, attraverso una serie di statement stampati sulle superfici, ci allertano sulla precarietà della casa intesa come una spazio di stabilità individuale.