lo stato dell’arte
Arte
Via dei Mille, 60, Napoli, NA, 80121, Italia
25/01/2019 - 03/02/2019
L’incendio dello Science Center del 4 marzo 2013 ha segnato un momento emblematico nella comunità cittadina, non soltanto di quella napoletana, ma di un intero territorio sempre più segnato dal fuoco. Ciascun rogo è espressione di un sacrificio; ne riporta l’immagine. Non produce testimonianze ma crea testimoni, testimoni di un sapere che resta tuttavia celato, nascosto. Sacrificato.
È da questa riflessione che muove lo stato dell’arte, un ciclo di opere pittoriche di Francesco Paolo de Siena esposte per la prima volta negli spazi del PAN, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli.
Una veste istituzionale che l’artista ha voluto fermamente per presentare un lavoro che, partendo dal rogo dello Science Center di Bagnoli, attraversa le riflessioni di chi si ritrova a operare su un territorio, quello napoletano, mai come oggi vincolante – e dunque stimolante – per gli artisti chiamati a compiere precise scelte metodologiche nel fare arte. Una scelta che contribuisce a chiarire le ragioni del proprio operare individuando quello che è, appunto, lo stato dell’arte.
Seguendo le tracce di quanto accaduto a Bagnoli, de Siena avvia la propria istruttoria che lo mette ben presto sulle tracce di un'altra sciagura del passato: quella del dirigibile Italia. Nella postfazione in catalogo Giuseppe Ferraro “immagin[a] la scena, la Città della Scienza, quel fuoco che avvolgeva le sue travi e l’apparire di quella struttura nuda di chiesa che si mostrò tra le fiamme. Prima una, poi due e poi un’altra ancora accanto. Poi d’improvviso quelle travi si rovesciano, non c’è più il fuoco, sembra che diventino l’impalcatura dello scalo al varo di una nave, ma è un dirigibile che comincia la sua navigazione. La sequenza dei quadri dell’esposizione ci porta a vederlo allontanarsi in alto sulla fabbrica fumante della città.” Una partenza senza meta, fortemente simbolica: al momento dell’incendio nel museo di Bagnoli erano presenti alcuni reperti delle spedizioni polari compiute da Umberto Nobile a bordo dei suoi dirigibili, prestati per l’occasione dal Museo Nobile di Lauro e andati perduti nel rogo dello Science Center.
Da questa storia del quotidiano de Siena attinge gli elementi simbolici per affrescare un racconto per immagini dove il rapporto di identità (quella territoriale della Terra dei Fuochi, ma innanzitutto quella artistica e della pittura in particolare) si decanta in una narrazione che mostra la relazione tra Arte e Verità.